La penna degli Altri 01/10/2020 15:59

Il virus non ferma il calcio...

pallone nuovo serie a

IL TEMPO (S. PIERETTI) - Poche idee, ma confuse. La scienza fatica a rapportarsi con il Covid-19, in maniera ancor maggiore quando di mezzo c'è il campionato di calcio: ieri il ha ufficializzato il contagio di 15 suoi elementi (undici giocatori più quattro membri dello staff). Ma l'eccessiva esposizione mediatica e le differenti posizioni dei singoli scienziati contribuiscono ad aumentare la confusione intorno alla vicenda. Il Sottosegretario alla Salute Sandra Zampa - di prima mattina - si prende la scena sulle onde medie di frequenza: «Quando c’è un numero di positivi così alto, non si può che fermare il campionato. I positivi non sono in grado di giocare, e possono contagiare altre persone. Il protocollo è stato sottoscritto anche dalla Federazione».

Uscita a vuoto clamorosa, con tanto di rettifica poche ore dopo. «Nel corso della mia intervista a Radio Capital - afferma ancora il Sottosegretario alla Salute in quota Pd - ho detto che in base al protocollo sottoscritto dalla Figc, i giocatori positivi al Covid-19 non possono giocare fino a quando non risulteranno negativi al tampone. Questo non significa che la Serie A vada sospesa. Saranno poi la Figc e le società calcistiche a decidere sui destini del massi- mo campionato: se facendo recuperare partite alle squadre che non potranno giocare o mettendo in campo eventuali riserve». Tra un intervento e un altro del Sottosegretario alla Salute, era intervenuto il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora: «Le dichiarazioni della Zampa sono state avventate, il campionato di Serie A non si ferma».

Gli scienziati continuano a interrogarsi sul campionato di calcio e sulla strada da intraprendere; il virologo dell’Università degli Studi di Milano, Fabrizio Pregliasco suggerisce di fermare il campionato. «Una sospensione di 14 giorni, sfruttando e anticipando la sosta già pianificata per gli impegni della Nazionale, sarebbe utile per salvare il campionato di calcio - afferma - l'isolamento totale delle squadre sarebbe una strategia efficace, ma non possiamo far vivere i calciatori all'interno di una bolla, anche perché la maggior parte dei contagi, al momento, avviene negli ambienti interfamiliari. La sospensione di due settimane sarebbe una mediazione che permetterebbe di salvare il campionato».

Intanto il mondo del calcio tira un sospiro di sollievo: nel non c'è alcun calciatore positivo, almeno secondo i test effettuati nella giornata di lunedì; la partita di domenica sera contro il non è stata portatrice di virus, né ha sparso contagi in mezzo al campo. Oltre a essere una buona notizia, è anche un precedente incoraggiante per lo sviluppo e della diffusione del virus che - all’aperto, e in una situazione di dinamicità agonistica - non sembra essere particolarmente aggressivo. In vista della prossima trasferta di campionato in programma domenica contro la , l’intero gruppo-squadra del (circa una trentina di persone) svolgerà i tamponi sabato mattina prima dell’allenamento, per attendere i risultati prima dell'ora di cena: qualora non ci fossero riscontri di positività, il partirebbe per Torino la sera stessa, in caso contrario, il club porrebbe all'attenzione della Lega calcio il problema sull'opportunità di giocare la sfida controlla . Ieri il ha ufficializzato gli undici calciatori attualmente contagiati: Cassata, Lerager, Marchetti, Luca Pellegrini, Perin, Pjaca, Radovanovic, Schone, Zappacosta, Behrami e Melegoni. Oltre ai quattro membri dello staff rossoblù. Ieri il Consiglio di Lega non ha preso alcuna decisione sull’eventualità di rinviare -Torino, aggiornando la riunione a oggi: il club rossoblù chiede di non giocare a causa delle positività riscontrate nel gruppo, mentre i consiglieri di Lega valutano la possibilità di adottare il protocollo Uefa; con 13 giocatori a disposizione, si va in campo. In caso di rifiuto, c'è lo 0-3 a tavolino.