La penna degli Altri 02/09/2020 16:18
Raggi prova a ricucire coi ribelli. Urbanistica e Bilancio, ecco i nomi. Grana Stadio: verso nuovo rinvio
Una lunga e animata riunione tra i membri di una maggioranza sempre meno compatta per trovare i sostituti Donatella Iorio e Marco Terranova, i due consiglieri grillini che giusto lunedì hanno lasciato la presidenza delle commissioni Urbanistica e Bilancio. Un addio «per motivi personali» dietro al quale, però, si nascondono I malumori già palesati in chat e sui social per le modalità con cui la sindaca Virginia Raggi ha imposto al resto della ciurma grillina la sua ricandidatura. A sostituire i due malpancisti - entrambi del XIV Municipio, lo stesso della prima cittadina grillina - saranno Sara Seccia e Carlo Chiossi.
Chiossi, architetto residente nel XIII Municipio, è uno degli ultimi arrivati nel gruppo. Mettendo da parte il proposito di candidarsi con il Movimmento alle Europee, è subentrato a De Vito all'indomani dell'arresto, scattato nell'ambito di un filone d'inchiesta legato a quello su Tor di Valle. Poi, un addio tira l'altro, dal marzo 2019 è rimasto stabilmente nel gruppo. Nessuno, però, lo aveva mai avvertito della possibilità di finire a presiedere la commissione Urbanistica. Una missione al limite dell'impossibile, visto che da qui alla fine della consiliatura Raggi in ballo c'è nientemeno che il progetto del nuovo stadio della Roma. Un'opera su cui Chiossi fino a questo momento ha sempre scherzato alla buvette di palazzo Senatorio («Io sono laziale») ma che ora diventa un affare maledettamente serio. Una partita che rischia di slittare ancora una volta, stavolta a ottobre. Prima di tutto perché vanno considerati i tempi tecnici per la nomina del nuovo presidente della commissione Urbanistica, tavolo che dovrà dare il suo parere (non vincolante, ma comunque politicamente pesante) sul masterplan di Tor di Valle. E poi perché Chiossi potrebbe anche decidere di chiedere un nuovo stop per esaminare con calma le carte dello stadio, cercando magari di capire quanto sia davvero compatta la maggioranza in vista del voto in consiglio comunale.
(La Repubblica)