La penna degli Altri 28/08/2020 15:36
Stadi, lo sport bussa ma non apre nessuno
Porte aperte non se ne parla, socchiuse nemmeno, se non di soppiatto, per iniziativa estemporanea di qualche amministratore locale in cerca di visibilità. Il calcio e tutto lo sport italiano bussano sempre più forte per ottenere una riapertura almeno parziale degli stadi e dei palazzetti, ma per ora nessuno, a livello di governo né tantomeno di autorità sanitarie, sembra disposto a concedere le autorizzazioni necessarie. Non ci sono ancora le condizioni, anzi la situazione è peggiorata rispetto a qualche settimana fa, effetto vacanze pazze. Eppure, a livello regionale qualcuno si è già mosso o si sta per muovere per prendere autonome decisioni spericolate. È già successo con locali pubblici, discoteche e mobilità, adesso tocca alle manifestazioni sportive. Già l'Emilia-Romagna ha dato il via libera per il 25% della capienza degli impianti: tanto che la final four della Supercoppa di basket sarà parzialmente aperta al pubblico, quella Supercoppa che ieri è cominciata a Milano con la sfida fra Olimpia e Cantù giocata rigorosamente a porte chiuse. Ma dopo l'emiliano Bonaccini, anche il presidente lombardo Fontana, in occasione della presentazione del Gp di Formula 1 di Monza, pure quello previsto senza pubblico, salvo l'invito a 250 operatori sanitari protagonisti nella lotta al Covid, ha annunciato di avere in programma provvedimenti per socchiudere le porte. Il presidente del Coni Malagò ha rilanciato l'allarme: «C'è il rischio che salti il banco». Tutto lo sport italiano comincia ad avere l'acqua alla gola. Ci sono discipline, come il basket o la pallavolo, che vivono esclusivamente di sponsor e rimesse dei tifosi, a differenza del calcio le entrate televisive sono insignificanti. Andare avanti senza pubblico è quasi impossibile. Ma i tempi sono tutt'altro che maturi. [..]
(Il Messaggero)