La penna degli Altri 07/06/2020 15:45

Collina e il futuro: «La Var? Permette di accettare la correzione Precisione e velocità non coesistono. No agli arbitri telecomandati»

collina

CORSERA - Pierluigi Collina, presidente della Commissione Arbitri della FIFA e uno dei più famosi fischietti del calcio italiano, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine del quotidiano nazionale in cui ha parlato della situazione che il calcio sta affrontando in questo periodo, delle nuove tecnologie e delle modifiche ai regolamenti in vista della ripresa dei campionati. Questo un estratto delle sue parole.

Tante polemiche sul fatto che non si dovrà più protestare. Cosa cambia?
Non lo si poteva fare neppure prima se per questo. Speriamo sia un cambiamento positivo che il Covid-19 ci lascerà in eredità. Ma come per altre situazioni, ad esempio esultare abbracciandosi dopo un gol, si tratta più di un messaggio da dare all’esterno che evitare un rischio reale. Il calcio è uno sport fatto di contatti, impossibile impedirli. Tutti i protagonisti della partita saranno soggetti a rigidi controlli e questo speriamo sia sufficiente.

Arrivano nuove regole: quali le insidie?
Non sono modifiche vere e proprie, piuttosto chiarimenti. Sul fallo di mano è stata definita la linea di confine tra braccio e spalla. Penso sia applicabile da subito. Anche l’immediatezza del gol segnato o dell’occasione da rete creata dopo un fallo di mano dell’attaccante è definita meglio.

Qual è il margine di errore su gol-non-gol e sul fuorigioco della Var?
Per la Goal line technology si parla di millimetri. Nella Var interviene la componente umana e quindi c’è un margine di errore. Se le immagini mostrano qualcosa di certo (fuorigioco, fallo dentro o fuori area) vanno usate, altrimenti vale la decisione del campo.

Il calcio ha molte regole che si prestano all’interpretazione. Non crede?
Le regole hanno una derivazione britannica e da sempre molto è lasciato all’interpretazione soggettiva. Questo può dar luogo a una mancanza di uniformità. Da un lato occorre avere regole più chiare e dall’altro lavorare con gli arbitri per avere maggiore omogeneità di giudizio.