La penna degli Altri 30/04/2020 13:35

Serie Andata. Il Governo dice stop ai campionati. La Federcalcio: "Così moriremo"

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LEGGO (M. LOBASSO) - Il semaforo rosso lo accende Vincenzo Spadafora, anche se non è ancora una decisione ufficiale: «La strada per la ripresa della serie A è sempre più stretta e difficile». Tradotto in soldoni: tutto finito, non si giocherà. Anche perché il ministro dello sport ha anche aggiunto beffardo: «Vedrete che molti club vorranno fermarsi. Meglio che il calcio italiano pensi a un piano B». Frasi durissime, lapidarie, con l'aggiunta di quelle altrettanto chiare del vice ministro della salute Pierpaolo Silieri: «Tornare a giocare? Mi sembra inverosimile». E finanche il battagliero Damiano Tommasi, presidente Assocalciatori, sembra placarsi: «I tempi della ripartenza sono sempre più stretti e ora c'è meno speranza». Ma in serata l'urlo del presidente Figc Gravina annuncia lo tsunami che sta per abbattersi sul calcio italiano: «Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro. Tutti invocano il blocco, lo faccia il Governo, ce lo imponga, io rispetterò sempre le regole».

IN EUROPA - Anche la situazione in Europa è confusa: Olanda e Francia hanno detto stop, Premier e Bundesliga vogliono tornare (oggi incontro con la Merkel), Liga e Italia in bilico. In tutto questo, la Uefa ha detto ieri chiaro e tondo che ed Europa League si disputeranno entro agosto, a prescindere dai campionati nazionali (che però vorrebbero venissero finiti).

CALVARIO DYBALA - In questo caos totale, la quarta positività al coronavirus (in 40 giorni) dello juventino Dybala arriva come un macigno sugli addetti ai lavori e sulle speranze di ripresa. Se il Governo aveva bisogno di una dimostrazione plastica del perché la serie A non dovrebbe ripartire in tempi brevi, la vicenda dell'argentino sembra perfetta per avvalorare le cupe dichiarazioni del ministro Spadafora. Crederemo fino in fondo alla tenace e qualificata obiettività di giudizio del Ministro dello sport, certo. Però, lasciatecelo dire, il mondo del grande calcio sembra davvero non star simpatico al politico napoletano.

IPOTESI PIANO B - Ma come potrebbe essere il piano B di cui parla Spadafora? Un'idea che si fa spazio in questo mercoledì nero per il calcio italiano è quella di tutti in ritiro prima del previsto (magari a fine giugno e non nella prima decina di luglio come solito) e inizio del campionato già a Ferragosto (o anche prima). Qualche problema in più lo avrebbero i club impegnati nelle coppe europee. In fondo, sia pure nel caldo estivo, sarà come giocare campionato e coppe insieme, come succede normalmente durante la stagione. Un programma del genere avrebbe anche più senso se si considera il fatto che il Comitato scientifico in Italia prevede, con poche speranze di smentita, un ritorno importante della pandemia in autunno. Più presto si parte, quindi, meglio sarà. E si parla ancora poco delle possibili nuove regole del calciomercato, delle crisi economiche delle società meno ricche che verranno e del calcio dei dilettanti e giovanile allo sbando. Ma dopo le parole di Gravina, adesso è tutto più difficile. Ci sarà anche logica e saggezza da parte del Governo, certo, ma a noi pare ancora di vivere in un incubo da cui vorremmo svegliarci al più presto.