La penna degli Altri 27/04/2020 16:02

Renzi: "ll protagonismo del ministro Spadafora non è più tollerabile"

Incoming Italian Prime Minister Matteo Renzi News Conference

Matteo Renzi, senatore e fondatore di Italia Viva, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo in cui ha parlato anche della possibile ripresa del campionato e dell'emergenza sanitaria che ha momentaneamente bloccato lo sport italiano. Queste alcune delle sue parole:

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Renzi, in queste setti mane sembrava dilagare la demonizzazione del calcio.
«Al calcio arrivo subito. La cosa che mi preoccupa maggiormente è un pensiero che sta prendendo sempre più piede ed quello che lo sport sia nemico della salute. Lo trovo aberrante. Per anni abbiamo abbinato il concetto di wellness all'attività sportiva, alla fisidrà, e ora, improvvisamente, neghiamo l'importanza dello sport che perdippiù allenta la tensione e ci aiuta a vivere meglio. Sport anche come momento di crescita sociale, non più come - lasciamelo dire - "avanza tempo". La nostra società è tenuta in piedi da milioni di volontari, lo sport ne allinea almeno 3, 4 milioni. Sono i genitori che portano i figli in palestra, è il piccolo imprenditore che paga le tute e le borse alla squadra del paese, o chi gestisce il circolo del tennis. Una ricchezza che non possiamo permetterci di disperdere. Bisogna far ripartire in fretta la macchina, il lockdown era giustificato a inizio marzo, ma le cose sono cambiate. Chiarisco subito».

Chiarisca.
«Premesso che il rischio zero non esiste, noi avevamo 4300 posti in terapia intensiva, tremila dei quali occupati. La preoccupazione più seria derivava dal fatto che avremmo potuto non essere in grado di curare anche gli extra Covid-19, l'infartuato, la vittima di un incidente stradale, la persona colpita da ictus. Ora i posti sono 9.000, 2.000 quelli impegnati. Il numero dei contagiati è in calo. Bisogna fare i conti con una realtà che ci impone di riaprire l'Italia, sempre in sicurezza e con le restrizioni che si sono rese necessarie».

Il calcio ha più funzioni.
«Il calcio è indice di normalità e io non voglio vivere nell'eccezionalità fino al vaccino. Estendo il concetto alle scuole, all'università, come saprai sono da tempo a favore della riapertura. A febbraio, ricordo, fu commesso un errore gravissimo, il giovedì chiusero le scuole ma lasciarono aperte le piste di sci dove i contagi si moltiplicarono... Il calcioo, dici, il calcio è elemento di valore per 1'Italia, deve riaprire con le giuste modalità. Chi si sta opponendo alla ripartenza del campionato lo fa per un'urgenza di visibilità, non per altro. Il calcioo garantisce tanta luce».

In federcalcio sono convinti che quello del riavvio o del blocco definitivo non sia più un problema collegato alla tutela della salute: si tratterebbe dl un disegno che porta ad affossare il sistema.
«Sono apertamente dalla parte di Gravina, la sua è una battaglia giusta di sopravvivenza, il caldo ha un valore sociale ed è anche business, ceno, i diritti tv non sono un'invenzione italiana, mantengono il caldo di tutto il mondo. Il blocco mette a rischio l'intero sistema, ci sono società che potrebbero non riuscire a iscriversi al prossimo campionato. Il protagonismo del ministro Spadafora non è più tollerabile, io non ho apprezzato quando ha sospeso improvvisamente Parma-Spal, era l'8 marzo, se non sbaglio. Un'ora e un quarto di ritardo quando poco prima il premier aveva deciso che si poteva giocare. Mettersi di traverso, bloccare i giocatori negli spogliatoi è stata una mossa incomprensibile, assurda. Oggi ci sono tutte le condizioni per ricominciare fidandosi della comunità scientifica, si paria di test sierologici, di tamponi, di rischio 0,5. Sono certo che Vlaovic e Cutrone, che dal contagio sono passati, vogliano tornare a segnare per la mia
».

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(Corsport)