La penna degli Altri 26/04/2020 16:13
Povera Olimpiade senza l'oro del calcio
Se la Serie A non riprenderà a giocare, lo Stato italiano dovrà fare a meno di 332 milioni di contribuzione fiscale. Un terzo, 110 milioni, servirebbe a finanziare le altre federazioni, nell'anno delle Olimpiadi di Tokyo. Un argomento che la Lega di A ha portato all'attenzione del governo. Se la A non ripartirà, i 20 club subiranno perdite per 700 milioni di euro. Ogni anno il Mef attraverso Sport e Salute distribuisce 368 milioni di contributi pubblici allo sport, a questi si aggiungono ogni anno i contributi integrativi, che nel 2019 sono stati di 60 milioni di euro. Sono cifre che alimentano più del 60% del fatturato di almeno 25 federazioni su 44. A causa della crisi, però, i soldi con cui il calcio alimenta quel fondo crolleranno nel 2020 e il contributo integrativo sarà quindi azzerato nel 2021, l'anno dei Giochi olimpici.
La Federazione tennis ha dichiarato di voler far ricorso agli ammortizzatori sociali, il nuoto è pronto a far richiesta di cassa integrazione così come il rugby. Il rischio è per lo sport di base, che a risentirne siano palestre, centri sportivi, campi e piscine. A soffrire la crisi anche le categorie inferiori del calcio. L'impoverimento della Serie A, nel caso di stop al campionato, ridurrebbe di 45 milioni la quota di mutualità che i 20 club ogni anno versano per mantenere la Serie B, i campionati minori, l'attività di base, i settori giovanili e il calcio femminile.
(La Repubblica)