La penna degli Altri 16/04/2020 16:16

Coronavirus, Stirpe (pres. Frosinone): «Ripartire ora non è possibile. I club pensano a se stessi e non all'interesse del sistema»

Frosinone: Stirpe "Lotito? Pronto a cena, calcio e' fantasia"

CORSERA - Al quotidiano ha parlato il presidente del , squadra che milita in Serie B, della ripresa dei campionati. Le dichiarazioni di Maurizio Stirpe:

Anche nel calcio ci sono forti pressioni per ricominciare a giocare.
«Il calcio, al momento, non è tra i miei primi pensieri anche se mi rendo conto di quanto possa essere importante. Credo che possa ripartire solo quando saremo in grado di garantire la sicurezza a tutti gli addetti ai lavori».

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Dovrebbero essere le società a garantire la sicurezza.
«Ma non ne sono in grado. Parliamo di tamponi da fare ogni quattro giorni. E anche di squadre chiuse in ritiro: alcuni club hanno centri oppure hotel di proprietà, ma la gran parte ne è sprovvista, in serie B e C e perfino in A. Proviamo poi a pensare agli atleti: dovrebbero restare segregati per mesi e giocare in modo quasi forzato. Non credo sia una buona modalità. E non finisce qui».

A cosa si riferisce?
«Agli spostamenti. L’aereo mi pare una chimera, in questo periodo. Si possono organizzare charter per le trasferte? E dove si va a dormire? In hotel non c’è il rischio di contrarre il virus? E se un calciatore viene contagiato che facciamo?».

A sentirla, sembra quasi impossibile pensare a una ripartenza del calcio.
«Dico che non può fare eccezione, tutto qui. Quindi aspettiamo e poi individuiamo una finestra per concludere i campionati. Che vanno finiti, almeno fino a quando c’è la possibilità, però in totale sicurezza. E, a mio avviso, non a porte chiuse».

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All’interno delle leghe ci sono però molti presidenti che non vogliono la ripresa dei campionati.
«E ce ne sono altri che pensano solo a ricominciare... La verità è che quelle assemblee sono le prosecuzioni di una partita di calcio: si pensa all’interesse della propria società e non del sistema. Mors tua vita mea, così si ragiona. Un errore clamoroso, perché dovrebbe accadere il contrario: serve una strategia d’insieme per far crescere il movimento».

Ma nel caso in cui non si riprendesse, come pensa che debbano chiudersi i campionati?
«Mi va bene qualsiasi soluzione, a patto che non sia pasticciata. Vogliono cancellarli e tornare all’inizio della stagione? Lo accetto. Pensano di cristallizzare e dare valore a queste classifiche? Dico sì, basta che si tratti tutti allo stesso modo. Se però mi dicono che dalla B alla A salgono due squadre anziché tre come previsto perché non si possono giocare i playoff, allora non ci sto. Tra l’altro quella dei playoff è una modalità per stabilire la terza promozione che la Federcalcio concede in deroga ogni anno alla serie B. Le squadre che vanno in A, insomma, devono essere tre. Altrimenti è la soluzione pasticciata che dicevo e io mi rivolgo all’autorità giudiziaria per tutelare i diritti del ».