La penna degli Altri 27/03/2020 12:43
Julio Sergio: «Lo scudetto sogno che ancora brucia»
CORSERA - Ora vive a San Paolo, in Brasile, ma il suo cuore è ancora legato a Roma e alla Roma con la quale nella stagione 2009/10 è stato vicino allo scudetto, suo grande rammarico. L'ex portiere giallorosso Julio Sergio, in un'intervista rilasciata al quotidiano oggi in edicola, racconta del suo passato nella Capitale, oltre ad esprimere un giudizio sulla squadra di Fonseca. Queste le sue parole:
I romanisti hanno un grande ricordo di lei, lo sa?
«La cosa più bella è il rispetto che hanno per me come professionista e come persona. In pochi rimangono nella storia come Totti e De Rossi, e io non sono mai stato un fuoriclasse».
Nella storia, però, è quasi entrato: nel 2010 con Claudio Ranieri in panchina.
«È stata la delusione più grande della mia carriera, uno scudetto svanito per 45 minuti sbagliati, contro la Sampdoria. L’Inter era un’avversaria enorme, e infatti vinse il triplete».
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Cosa pensa di Pau Lopez?
«Ha una storia, non è stata una scelta improvvisata. A Roma è complicato per i portieri, le cose cambiano velocemente: ha qualità, deve imparare la tecnica del calcio italiano».
In Brasile si parla benissimo di Fuzato.
«È stato convocato con la Seleçao, quindi è bravo. E già pronto per fare il titolare ma deve stare tranquillo e aspettare l’occasione giusta».
Nella Roma ha conosciuto molti allenatori. Con chi si è trovato meglio?
«Ranieri è un gentleman, Spalletti aveva le sue idee, Luis Enrique l’ho avuto pochi giorni, con Garcia ho avuto un rapporto sincero. Mi ha detto: "Non ti posso far giocare perché è una scelta della società". Ho apprezzato anche Montella: mi ha detto che preferiva Doni e io l’ho accettato».
Fonseca le piace?
«Ha già vinto, e non è semplice farlo in Europa. Quando si inizia un lavoro in una nuova squadra non è mai semplice, anche Alex Ferguson a Manchester non ha vinto subito. Il prossimo anno andrà meglio».
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