La penna degli Altri 07/10/2019 15:26
Roma avvelenata Pallotta agli arbitri: "Lo schifo continua"
LA REPUBBLICA (M. PINCI) - L'Olimpico come un saloon, dita puntate, una raffica di cartellini, faccia a faccia serrati fin dentro gli spogliatoi. Roma-Cagliari non è finita al 95', ma molto più tardi: forse quando, due ore dopo aver sancito l'1-1 finale, l'arbitro Massa ha lasciato l'Olimpico con in tasca un referto esplosivo. O poco prima, con le accuse al suo lavoro dal presidente romanista Pallotta («Stanco di questo schifo, troppe volte quest'anno») e dal d.s. Petrachi: «La Roma è stata scippata, ho avuto l'impressione che Massa indirizzasse la partita». Il nastro va riavvolto al minuto 90: Kalinic mette in porta il gol del 2-1 per la Roma o così crede lui, l'allenatore Fonseca e l'Olimpico tutto. Prima, infatti, aveva toccato alle spalle il difensore del Cagliari Pisacane, finito addosso al suo stesso portiere, Olsen. Per l'arbitro — è evidente dai gesti — gol valido. Per il guardalinee no. Nel frattempo il gioco si ferma, Pisacane esce in barella e poi finisce in ospedale per accertamenti. E col gioco fermo peri soccorsi, l'arbitro Massa cambia idea: niente gol. Ai romanisti che gli chiedono di rivederlo al Var dice: «Non si può, ho fischiato prima». Così, appena la partita finisce, in un Olimpico imbufalito, Fonseca raggiunge Massa urlandogli in faccia rabbia e delusione. Il suo vice, Nuno Romano, lo applaude ironico puntandogli l'indice in faccia: espulsi entrambi (con le scuse postume del tecnico davanti ai microfoni). Nello spogliatoio però l'arbitro trova una situazione analoga, con il vicepresidente Baldissoni, l'ad Fienga e Petrachi schierati: discussione furiosa con toni e accuse durissime, proprio mentre Kalinic lasciando lo stadio giura: «Non ho fatto fallo». A far impazzire la Roma, una direzione insufficiente, dopo quelle altrettanto modeste nelle trasferte di Bologna e Lecce: il Cagliari tra l'altro è passato in vantaggio con un rigore giusto, ma identico a quello negato ai giallorossi 7 giorni fa. La rabbia ha tracimato nelle parole di Petrachi: «Le regole del Var dicono che in casi così non si ferma il gioco, per poi andare a rivedere l'episodio dopo. L'errore tecnico dell'arbitro sta lì, perché ha visto una spinta quando Kalinic ha preso il tempo al difensore. Questo è uno sport maschio e non di signorine». Uscita infelice che ha finito per trasformare lo sfogo in un autogol.