La penna degli Altri 06/10/2019 14:13
Addio a Esperia, la mamma di De Falchi. Trent'anni dopo è volata dal suo Antonio
(...) Esperia ha aspettato trent’anni per riabbracciare quel figlio strappato alla vita da una violenza brutale e insensata. Venerdì sera, la notizia l’ha data l’altro figlio Marco, con poche parole, lievi come una carezza. «Ciao mamma sei volata in cielo, da Antonio». (...) Tutto, nella sua cameretta lunga e stretta, è rimasto esattamente dov’era quando Antonio è uscito di casa, all’alba del 4 giugno 1989, direzione San Siro, per andare a vedere la sua Roma. I poster, le foto, la maglia di Sebino, le sciarpe, il motorino coperto dalla bandiera, il cuore giallorosso. Il cuore che gli scoppiò a diciotto anni, dopo che il corpo aveva subito i pugni, i calci, le cintate. Di Antonio, della sua storia drammatica e penosa, si sono dimenticati in tanti. Non i tifosi della Roma, che ne hanno fatto un vessillo, da mostrare e sventolare in tutti gli stadi del mondo. Nel 2005, l’allora sindaco Veltroni promise di intitolargli il parchetto di via di Torre Spaccata — oggi peraltro in stato di abbandono –, ma non c’è mai stata una cerimonia ufficiale, l’apposizione di una targa, la cristallizzazione del ricordo. (...) Ora che Esperia è volata in cielo, ogni tifoso si senta in dovere di coltivare il ricordo di Antonio De Falchi, figlio di Roma, ucciso barbaramente da un gruppo di ultrà milanisti il 4 giugno 1989.
(gasport)