La penna degli Altri 13/09/2019 14:59
Stadio, conti e calciomercato
IL TEMPO (F. BIAFORA) - Un nuovo percorso, dopo un periodo di sbandamento. La Roma di Fienga, Baldissoni e Petrachi ha voglia di intraprendere una strada diversa rispetto a quella delle ultime due stagioni, ritornando ad una filosofia più simile a quella impostata con l'arrivo di Pallotta. Ecco punto per punto i piani del club per il rilancio.
Mercato - Nell'ultima sessione estiva sono dieci i giocatori che hanno varcato la soglia del centro sportivo di Trigoria e molti altri sono stati ceduti. L'input dato a Petrachi è stato quello di usare il budget a disposizione per giocatori giovani e di prospettiva (i vari Diawara, Pau Lopez, Mancini), andando a lavorare sui calciatori sopra i 27-28 anni con la formula del prestito per evitare di ripetere gli errori commessi in particolare con Nzonzi e Pastore, veri pesi per il bilancio. Kalinic, Zappacosta, Smalling e Mkhitaryan saranno rivalutati al termine del campionato e se il loro rendimento sarà stato soddisfacente verranno impostate le trattative per comprarli a titolo definitivo. Sul fronte dei contratti si è invece deciso di blindare Zaniolo e Under,giovani dalle grandi prospettive da cui ripartire , e di puntare ancora su Dzeko ,considerato da Fonseca il centravanti ideale per la sua idea di gioco. Per il prolungamento del bosniaco è da considerare ovviamente il grande peso economico delle eventuali alternative da acquistare. In uscita sono stati piazzati praticamente tutti gli esuberi e la speranza è che tali giocatori a fine stagione siano rivalutati e quindi rivendibili in modo da alleggerire di molto i costi della Roma 2020/21. Per Schick può anche scattare a certe condizioni un obbligo di riscatto.
Bilancio - I costi dell'attuale rosa sono rimasti più o meno simili a quelli dell'anno scorso , in cui l'ammontare delle spese era pari a circa 245 milioni (la somma di salari e ammortamenti nel 2017/18 era di 158 milioni). La differenza rispetto alla passata stagione è che a Trigoria non si potrà contare su quasi 60 milioni derivanti dalla Champions e che il 25% del totale è rappresentato da costi variabili dei prestiti. Sul fronte degli ingaggi è leggermente sceso il costo totale della squadra, un piccolo miglioramento dovuto al tetto salariale di 2,5 milioni di euro. Entro il prossimo 30 giugno sarà ancora una volta necessario reperire delle plusvalenze, ma la dirigenza ritiene di aver fatto un buon lavoro dal punto di vista economico-finanziario.
Stadio e bandiere - Sul progetto dello Stadio c'è maggiore fiducia che si possa finalmente arrivare a dama dopo l'arrivo del nuovo governo e dopo quanto affermato dai giudici della Cassazione sull'iter del progetto. A venti mesi dalla fine della conferenza dei servizi la speranza è che entro breve si possa arrivare al voto della convenzione urbanistica, l'ultimo ostacolo rimasto. La dirigenza ritiene che avere uno stadio a pieno regime (serviranno circa 5 anni) sia l'unico modo per provare a competere per vincere e sono inoltre attesi maggiori ricavi rispetto ai 52 milioni generati dallo stadio della Juventus. Senza l'impianto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle si finirebbe fuori dalla top 30 dei fatturati dei club europei e a Trigoria avvertono: «Se non ci fanno fare lo stadio rischiamo di diventare il Sassuolo d'Europa». Sul tema delle bandiere si ritiene di aver operato le giuste scelte nei confronti di Totti - atteso in ogni momento all'Olimpico - e De Rossi e non c'è alcun pentimento per il mancato rinnovo del mediano ora al Boca.
Il dopo Monchi e Baldini - Il fallimento dell'era Monchi ha portato la società a dare meno poteri e autonomie al ds su quelle che sono le scelte economiche. La catena decisionale ha alla base il confronto tra Petrachi e l'allenatore (il cui parere ha grande peso ma non è vincolante), la seconda voce in capitolo è quella del ceo Fienga e l'ultima parola spetta al presidente Pallotta,che si appoggia frequentemente al suo consulente Baldini. L'ex dg giallorosso si è spesso relazionato con Fienga durante l'ultima finestra di mercato facendo le veci dell'imprenditore di Boston e occupandosi in particolare di un paio di cessioni.