La penna degli Altri 23/09/2019 17:16

IL PUNTO DEL LUNEDÌ - CARMELLINI: «La Roma non si ferma. E piace a tutti» - GARLANDO: «Dzeko una fitta per Conte...»

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LAROMA24.IT - Ingranata la terza. Che sta per marcia ma anche per vittorie consecutive tra campionato e coppe. La Roma passa a al novantesimo e si prende tre punti fondamentali nonostante le difficoltà emerse al Dall'Ara. Decide ancora , che si candida ad avere un ruolo da protagonista nella squadra di Fonseca.



Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola


GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)

ha abbracciato a lungo il «suo» Lukaku. Ma ieri, nel cuore di una domenica di miele, il tecnico deve aver registrato una fitta gastrica davanti all'immagine di che saliva in cielo, come Romelu, per schiacciare in rete il gol che regalava la vittoria a una Roma in dieci. Sei reti in due nelle prime quattro giornate. Quella era la coppia che aveva in testa.

Il sogno di è crollato a un passo dal traguardo, come Dorando Pietri: 5 milioni di distanza che sono una goccia nel mare del fatturato Suning. Vedremo alla fine quanto sarà pesata questa rinuncia. Per ora prendiamo atto della crescita della Roma: 10 gol nelle ultime 3 partite. Ma che sapesse segnare lo sapevamo già. La crescita è non aver perso un derby dominato dalla Lazio, non aver subito gol in coppa e ora aver vinto a in dieci. Significa che nello spensierato luna-park di Fonseca stanno spuntando nuovi equilibri e nuovi valori da squadra vera, tipo sacrificio e solidarietà. Dopo i tre col , altro assist di Pellegrini, deciso a vivere la stagione della consacrazione e a diventare il leader tecnico anche dell'Italia all'Europeo. Di tecnica individuale la Roma è zeppa, più di quasi tutte le squadre di A e, si sa, la qualità offensiva è da sempre una scorciatoia per la vittoria. Per dire, chiediamoci quanti milanisti sarebbero titolari nell' capolista? Probabilmente nessuno. Della Roma almeno , Pellegrini e Zaniolo. Che anche ieri è partito dalla panca. Occhio quindi all'allegra spider di Fonseca, che procede a fari spenti.



IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

Da sempre ci si interroga su quanto incida un allenatore nei successi di una squadra. Premesso che senza bravi calciatori non c è nessun tecnico in grado di fare miracoli e vincere da solo, è altrettanto vero che, con rose sempre più ampie, pressioni economiche, società, media e piazze esigenti, la figura dell'allenatore non può essere marginale. Oltre a quelle tecniche, le qualità che deve possedere un allenatore sono molteplici: psicologia, gestione, comunicazione, credibilità e standing, vocabolo inglese che racchiude tanti significati in quella che è la valutazione di una persona, oltre le sue capacità professionali. Dalla bella presenza allo stile nell'abbigliamento; dal modo di porsi al tono di voce. Quattro giornate di campionato sono pochissime, ma è indubbio che tre allenatori più di altri stiano incidendo sulle squadre che allenano: nell', nel e Fonseca nella Roma. Con la sua carica, il tecnico nerazzurro ha portato l', non tanto e non solo, al vertice della classifica e a punteggio pieno, le ha dato cattiveria agonistica e personalità che le mancavano. , con i suoi modi bonari, forte del suo carisma, ha trasferito certezze e al tempo stesso leggerezza alla squadra. Il , pur con una rosa affollata e competitiva, esprime divertimento e unità d'intenti. Fonseca, alla sua prima esperienza in Italia e quindi con meno credenziali dei due colleghi, aveva il compito più difficile: ricostruire e convincere dentro e fuori Trigoria. I suoi primi mesi dicono che è riuscito certamente a coinvolgere i calciatori. La squadra crede nel gioco e nelle idee del tecnico. Non ha paura di sbagliare, si fida e osa. Del resto è anche una questione di standing, quello che forse non viene ancora riconosciuto a Sarri e Giampaolo.



IL TEMPO (T. CARMELLINI)

La Roma va, non si ferma. È esce imbattuta dalla tredicesima partita in campionato: eguagliato il record del 2016. Conquista a il terzo successo consecutivo, il primo in una trasferta «vera», battendo alla distanza un gruppo ostico come quello di Mihajlovic (che non perdeva in casa da 10 partite e viaggiava con 7 punti in classifica dopo tre giornate). Ma soprattutto battendo Pairetto: peggiore in campo in assoluto. Il fischietto di Torino sbaglia tutto quello che può e concede un rigore inesistente alla squadra di casa che cambia la dinamica della gara. Il tutto per un fallo «invisibile» di Kolarov bravo poco prima a spaccare la partita su calcio piazzato. Ma la Roma di Fonseca va oltre, nonsi ferma sul pari siglato da Sansone dal dischetto e resta in gara fino all'ultimo quando sull'asse Veretout-Pellegrini- realizza il gol del vantaggio in dieci uomini dopo l'espulsione di Mancini. A una manciata di secondi dal triplice fischio il centrocampista francese (che cambiato il volto della Roma) spacca il campo a metà, apre a Pellegrini che dalla destra la pennella sulla testa del bomber bosniaco. E il delirio tra i tremila romanisti arrivati al Dall’Ara, che fa cadere i gufi dai trespoli e consegna questa Roma, meno bella del solito ma altrettanto concreta, al campionato in corso.

La strada da percorrere è ancora lunga, ma Fonseca sembra aver imboccato il giusto senso di marcia, ha ancora molto da lavorare e tante cose da sistemare: soprattutto per quanto riguarda il reparto arretrato. La sua squadra però macina gioco, segna altri due gol (e sono dieci In tre partite) e soprattutto non ne incassa (il rigore non fa testo) pur continuando a faticare molto lì dietro. Mancini rimedia un doppio giallo (altra follia di Pairetto: il secondo ci può anche stare ma il primo non esiste) che gli costerà il prossimo appuntamento in programma tra poco più di quarantotto ore all'Olimpico contro l'Atalanta. Fonseca continuerà a cambiare, a far ruotare i suoi uomini e al momento la cosa sembra funzionare: nessuno tranne rare eccezioni (Pau Lopez uno di questi: ieri una parata ma determinante), ha il posto assicurato. Tutti possono uscire e tutti possono giocare. È la nuova Roma... e inizia a piacere a tutti.



CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

Se non sbaglia le dosi, ha la squadra più completa. Dovrà essere umile lui, fare un passo indietro rispetto alla voglia di mescolare continuamente le carte. Il ha già giocato con la ed è stato tre volte in trasferta dove ha segnato nell'insieme n reti. Se si tolgono le promesse della Roma, a tratti travolgenti, è il vero avversario dell'



IL GIORNATE (T. DAMASCELLI)

Gol di Ronaldo. Di anni trentaquattro. Gol di Llorente. Di anni trentaquattro. Gol di . Di anni trentatre. Gol di Ribery. Di anni trentasei. E la quota 137 della serie A. Non credo proprio che ci sia da stare allegri, la villa Arzilla del nostro campionato celebra talenti datati, fuoriclasse e campioni che molto hanno dato e detto in giro per l'Europa ma il resto che cosa è? Roba piccola, si potrebbe dedurre, perché le imprese dei fab-four di cui sopra dovrebbero far riflettere e non soltanto esaltare, pubblico e titolisti di giornali. La serie A è alla ricerca di forze fresche ma tiene Zaniolo in panchina, spedisce Kean all'estero, non ha il coraggio di buttare in mischia le promesse del vivaio, meglio puntare, dunque, sull'usato sicuro che ha costi alti ma risultati garantiti. I gesti tecnici di Cristiano Ronaldo, Llorente, e Ribery appartengono alla storia del football e da noi fanno cronaca bella.