La penna degli Altri 02/09/2019 17:05
IL PUNTO DEL LUNEDI' - CARMELLINI: "Fonseca è più indietro di quanto si potesse immaginare" - CAPUTI: "Roma in costruzione" - MURA: "Modulo squilibrato"
LAROMA24.IT - Dopo le prime due giornate di campionato la Roma di Fonseca lascia intravedere tutto il proprio potenziale ma anche molti limiti ancora da superare. Secondo Tiziano Carmellini de Il Tempo: "Fonseca è molto più indietro di quanto ci si potesse
immaginare", "Il 4-2-3-1 di Fonseca appare squilibrato: pochi gli incontristi in mezzo al campo, oppure poca la voglia di tornare a coprire dei trequartisti, Zaniolo in particolare" scrive invece Gianni Mura su La Repubblica. Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport invece non individua nel modulo del portoghese il vero problema della Roma: "Fonseca non può fare miracoli, la società ha realizzato una campagna acquisti in evidente economia pensando ad aggiustare i conti e a liberarsi dei `"pesi Monchi"".
CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)
Che sono freni, blocchi, limiti, barriere per i sogni, soglie. Troppi pali per un derby ugualmente divertente nel quale ho visto una gran bella Lazio e la Roma che mi aspettavo e che l'ha fatta franca: ai punti (e ai pali) ha perso. Fonseca non può fare miracoli, la società ha realizzato una campagna acquisti in evidente economia pensando ad aggiustare i conti e a liberarsi dei `pesi Monchi", e non credo - spero di sbagliarmi - che Veretout (buono), Smalling, Zappacosta, Spinazzola e qualche altro acquisto (Kalinic, Mkhitaryan) possano sostimire con successo El Shaarawy, Manolas, De Rossi e Perotti, quando rientrerà: il gioco del portoghese si regge sugli equilibri e sulle linee strette e non pub peraltro prescindere da due difensori centrali veloci (che adesso non ha: Rugani avrebbe riempito meglio una delle caselle). Anno zero doveva essere, punti due (su 6) sono prima della sosta. Compiuta, intonata e sicura di sé, al di là delle rimostranze di latito catturate dalle telecamere, è invece la Lazio di Inzaghi che ha arricchito il 3-5-2 con i prindpi, i terni e gli uomini (1 a7zari e Jony) che mancavano investendo sulla fase del palleggio senza rinunciare alla profondità (231e conclusioni verso la porta di Pau Lopez, 7 nello specchio, 4 i legni centrati). Alla Lazio non è riuscito per un palo, anzi quattro, il colpo da primato provvisorio. E' andata molto meglio all'Inter che ha preso tutti i punti al Cagliari (brillante solo nella ripresa)e al Toro che ha vinto a Bergamo: Conte e Mazzarri hanno così raggiunto la Juve alla quale sono bastati cento minuti su 180 (40 a Panna e 60 col Napoli) e un po' di fortuna per riaffermare la propria superiorità. Questa sera alle dieci chiude il mercato lungo. A nome della redazione mi scuso con i lettori per le (poche, peraltro) piste sbagliate che abbiamo seguito. Allo stesso tempo mi complimento con i nostri per le (numerose) trattative che hanno svelato accompagnandole giorno dopo giorno fino alla chiusura. Non abbiamo mai improvvisato, troppe società si sono invece distinte per estemporaneità, fantasia e assenza di programmazione giocando su più tavoli e talvolta giocando sporco. In quarant'anni di lavoro (il calciomercato è tra i pochi momenti in cui il giornalista sportivo riesce ancora a fare informazione) un caso come quello di Icardi non mi era mai capitato: ho provato in tutti i modi a cercare di capire cosa passasse per la testa di Maurito giungendo a questa conclusione: lui e Wanda si sono costruiti un piccolo mondo autosufficiente (ecosistema icardiano) che ha regole ai più incomprensibili In effetti, passato dalla rabbia iniziale alla sete di vendetta da saziare, Maurito ha rifiutato l'impossibile: pur partendo dai 7 milioni lordi che gli dà l'Inter, non ha preso in considerazione i 12 (più commissioni alla moglie) del Monaco, il0 della Roma, i7 del Napoli, gli 8 dell'Atletico. Qualcuno gli ha addirittura prospettato la luna e le stelle, luna e stelle che non avrebbe mai raggiunto. Ha detto no anche a quelle. Per dirla alla Totò, a prescindere. Paradossale, poi, la richiesta fatta attraverso il ricorso al collegio arbitrale: non la risoluzione del contratto, bensì il reintegro. Quasi a voler dire: voglio rompervi le scatole fino al giugno 2021, il resto - i soldi, la gloria, il riscatto personate - non mi interessa più. Le scatole non le romperà: mister Mediazione Marotta proverà a trovare un punto d'incontro in grado di portare in serenità le parti fino a gennaio evitando il collegio arbitrale e i collegi televisivi.
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Nella domenica dei derby, da Londra a Glasgow, da Montevideo a Buenos Aires (il primo Boca-River per De Rossi), quello di Roma ha certamente fatto la sua figura. Era tempo che non vedevamo una stracittadina così aperta, ricca di occasioni e soprattutto di pali. Ai legni ha vinto la Lazio, sul campo invece il pareggio accontenta più la Roma, che non poteva permettersi una sconfitta, che la squadra di Inzaghi. Con il limite di essere forse arrivato troppo presto, il derby ha confermato molto di quanto già sapevamo. La Lazio è decisamente più squadra, la Roma in costruzione. Una è collaudata, consapevole dei propri mezzi, con tre calciatori, Correa, Milinkovic e Luis Alberto, in grado di inventare calcio. L’altra un cantiere aperto dove solo stasera, dopo la chiusura del calcio mercato, l’allenatore avrà il quadro completo del materiale tecnico con cui lavorare. Per la Roma sarà la stagione della ripartenza, per la Lazio quella della maturità. Inzaghi dovrà evitare i cedimenti che nelle passate stagioni hanno allontanato i biancocelesti dalla Champions. Fonseca trovare nel più breve tempo possibile i giusti equilibri tra la due fasi, offensiva e difensiva. Per entrambe i segnali sembrano comunque positivi, anche perché guardando quanto è accaduto in queste due prime giornate, tutte le squadre, nessuna esclusa, sono ancora alla ricerca della propria dimensione. Anche chi vola alto come Juventus e Napoli, ha dimostrato che non tutto ancora funziona, principalmente in difesa. Il più soddisfatto di tutti può essere Conte: l’Inter ha già un suo ottimo equilibrio. Chiuso il calcio mercato, dopo la sosta per la Nazionale, ci sarà la vera partenza del campionato. Al momento sembra più imprevedibile e “pazzo” dei precedenti, ed è una buona notizia.
CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)
Ci sono già cose interessanti rispetto a un anno fa. L'Inter ha 5 punti in più, il Torino anche, il Napoli 3 in meno, la Lazio 4 in più. Quasi niente è come era, le due novità più importanti sono Torino e Inter, che per adesso sono le uniche a tenere il passo della Juve. Non vanno mai sottovalutati i punti, anche quando arrivano ad agosto. Basta pensare che la zona Champions quasi sempre si decide a maggio per uno o due punti. Ora ci sono squadre come la Roma che ne hanno già 4 di distacco. Ho visto poco di Conte nell'Inter di Cagliari che ha comunque vinto con piccole difficoltà. La differenza l'ha fatta un passaggio di Barella appena entrato che ha aperto il campo del Cagliari, e il numero di Sensi che ne è seguito, qualcosa di spettacolare, difficile da vedere, che ha regalato il rigore a Lukaku. Ma il gioco di Conte stavolta è stato riassunto dalla gestione lenta della gara, senza dare personalità, arginando e tenendo palla in attesa del numero, poi puntualmente arrivato. È un po' poco, la novità sta soprattutto nella classifica. C'è però l'aria di una nave che tiene il mare e aspetta con arroganza una tempesta per dimostrare la forza delle strutture. Cagliari alla fine non è stata nemmeno una mareggiata. Nessuna delle squadre migliori è in un buon momento. Anche la Juve corre sugli individui, il Napoli deve finire di scegliersi, fa confusione tra i centrocampisti nel momento in cui Koulibaly è al suo minimo e non può rimediare. Il Milan si guarda molto allo specchio, se perde Piatek non ha chi abbia nella mente il tiro. Si stanno usando poco i nuovi acquisti, la Juve è la stessa, l'Inter ha perfino riscoperto Candreva e tiene in panchina Barella. Il Napoli sta trovando Lozano, rapidissimo, che cambia però da solo tutte le abitudini tattiche della squadra.
LA REPUBBLICA (G. MURA)
In testa la Juveè raggiunta da Inter e, meno prevedibile, Torino. Non è uno scherzo vincere fuori casa con 1 Atalante, ma i granata ci sono riusciti, ringraziando Sirigu ma lottando secondo tradizione. Esì che dovevano essere stanchi eforse amareggiati per la partita di giovedi che li ha tolti dall'Europa. Invece no. L'Atalanta paga distrazioni sui calci piazzati e non basta Zapata. È sull'atteggiamento iniziale che Gasperini dovrà lavorare: ieri come a Ferrara i suoi vanno sotto. A Cagliari 'Inter fauna partita sufficiente, ottenendo il massimo dal minimo: un gol di Martinez sul filo del fuorigioco, un rigore di Lukaku Stavolta esatte, con assistenza Var, le decisioni dell'arbitro. Va a sprazzi non cala nel finale come la Juve perché può amministrarsi su ritmi più bassi. Pochi bagliori ma i più forti arrivano da Sensi, un tuttocampista di quelli che piacciono a Conte: gioca sempre a testa alta. Ha lancio, dribblinge tiro. Una buona notizia anche per Mancini, visto che ora il campionato si ferma per i due impegni della Nazionale. Nel Cagliari, in vista Nandez Con lottatori come lui e Na inggolan arriveranno giorni migliori Chi sta peggio, sempre a zero,è la Samp, sette gol incassati e uno solo segnato, su rigore. Come nel 2013, tre centri di Berardi Ed è pesante la vittoria del Verona a Lecce. Bella sfida tra Genoa e Fiorentina che non vince da febbraio. Rgol diKouamé, su rinvio del portiere, sarebbe da proiettare nelle scuole calcio. Bravo lui mala difesa della Fiorentina è schierata veramente malissimo. I tanti gol a inizio campionato, si spiegano anche con le debolezze difensive. Dalla coda alla testa (Juve). Sarri ha preso nota. Il derby romano ha allungato la serie delle partite spettacolari e spensierate, per non dire spericolate. I gol sono solo due, ma se contiamo i quattro pali colpiti dalla Lazio, più molte occasioni non sfruttate, e i due pali colpiti dalla Roma, con meno occasioni, avremo la certezza che all'Olimpico nessuno se annoiato. Alla Lazio il pari va stretto. È più squadra, non a caso è quella che ha cambiato di meno, e si toglierà molte soddisfazioni Bravi i tecnici a tener conto non solo delle gambe ma dei nervi di qualche loro giocatore. E bravo l'arbitro. La Roma si sta cercando, non aver perso il derby le concede più tranquillità. Il 4-2-3-1 di Fonseca appare squilibrato: pochi gli incontristi in mezzo al campo, oppure poca la voglia di tornare a coprire dei trequartisti Zaniolo in particolare.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Meno male che il derby non rischia di essere una partita noiosa, o caratterizzata solo dagli incidenti del pre-gara. Invece, fuori non è successo nulla e dentro l'Olimpico i 42mila che hanno sfidato le previsioni di pioggia (sbagliate) e anticipato di qualche ora il rientro dalle vacanze, non si sono di certo annoiati. Una stracittadina che dopo ventotto minuti aveva già visto colpire cinque pali e realizzare un gol, non si vedeva da una vita. Così come non si è vista (almeno da casa) la coreografia laziale dedicata a Diabolik: la Lega ha proibito a Sky di
inquadrarla. Ma alla fine il derby resta al palo, finisce 1-1 che fa pax Capitale, ma lascia ai laziali l'amaro in bocca: perché la banda di Inzaghi avrebbe oggettivamente meritato la vittoria. Ma la stracittadina è fatta consì, non sempre vince chi merita all'insegna di un pronostico che non a caso è sempre una tripla. E la partita conferma quanto anticipato alla vigilia: in questo momento la Lazio è una squadra, la Rama sta ancora lavorando per diventarlo. I tre gol incassati col Genoa erano stati campanello d'allarme concreto, perché anche ieri la difesa giallorassa ha fatto di nuovo acqua da tutte le parti. La Lazio ha provato a vincerla e se Immobile prima e Correa poi non avessero sbagliato da due passi, probabilmente ci sarebbe anche riuscita.
Fonseca (che perde anche Zappacasta nel riscaldamento: e quello è uno dei pochi cambi che in questo momento può modificare qualcosa nella Roma) ha fatto l'unica cosa che poteva fare: limitare i danni, consapevole del fatto che in questo momento la Lazio ne ha di più. Va avanti al primo affondo vero con un rigore realizzato da KOlarov (mani di Milinkovic ineccepibile) e poi cerca di arrivare in fondo. Lo fa con fatica almeno fino a mezz'ora dalla fine quando il gol di Luis Alberto rimette in pari il risultato. Ma la sensazione netta è stata che ad ogni affondo la Lazio potesse passare o comunque far male. Così non è stato
imperizia a parte, ma anche per un po' di sfiga perché alla fine il bilancio dei pali sarà 4-2: nettamente in favore dei padroni di casa ai quali vanno aggiunte due occasioni clamorose divorate da due passi.
Presto per far bilanci ma le indicazioni date da questa stracittandina sono chiare. La Lazio ha perso due punti importanti per restare incollata alle prime e dopo la sosta del campionato ripartire all'inseguimento delle fuggitive. Per la Roma si apre invece
un'altra stagione di sofferenza, perché Fonseca è molto più indietro di quanto ci si potesse
immaginare. La piazza, che finora non ha battuto ciglio ed è stata al suo fianco, deve avere
ancora avere pazienza anche se due punti dopo altrettante gare non fanno certo piacere a nessuno. Ul tecnico portoghese deve recuperare gli infortunati, iniziare a mettere dentro i nuovi innesti e mai come adesso la pausa per le nazionali arriva a pennello. Quindici giorni per lavorare sodo e provare a trasformare questo gruppo di giocatori in una squadra vera: missione difficile ma non impossibile.