La penna degli Altri 28/09/2019 03:43

C'è anche Totti ne "La storia del calcio in 50 ritratti", Condò: "Volevo una bandiera. Il suo destino e quello della Roma non potranno restare separati per troppo tempo"

condò

C'è anche Francesco , leggenda della Roma, nell'ultima fatica letteraria di Paolo Condò, "La storia del calcio in 50 ritratti". Il giornalista sportivo ha rilasciato un'intervista a Rudi.news in cui ha raccontato motivazioni, genesi e scelte del libro.

Condò, per cominciare la storia del calcio moderno, ha scelto una data ben precisa: 4 settembre 1955, quando si affrontano a Oeiras Sporting Lisbona e Partizan Belgrado per la prima volta nel nuovo torneo lanciato da L'Equipe, la Coppa dei Campioni: "Ho scelto di raccontare la storia del calcio moderno per un motivo piuttosto banale: cosa potevo aggiungere io ai racconti e ai libri già straordinari che ci descrivono le gesta di Valentino Mazzola? Così ho fissato questa data perché con la nascita della Coppa dei Campioni cambia la storia del calcio. Per la prima volta l’attenzione si sposta sui club anziché sulle partite delle Nazionali. Pensate che la Rai trasmise solo 9 partite dei Mondiali del 1954. Con la Coppa dei Campioni inizia l’era del calcio in tv".

Il noto giornalista sceglie 50 ritratti di calciatori che hanno fatto la storia, ma non necessariamente i più forti: "Ho pensato che il mio contributo poteva essere quello della testimonianza, per questo racconto solo di calciatori che ho visto e in un certo senso vissuto. Il sito ufficiale del per esempio è ricco di filmati sui giocatori che hanno vinto le prime 5 Coppe dei Campioni. I miei primi ricordi sono del Mondiale del 1966. Per ciascuno ho scelto di raccontare, con una pennellata da 2.000 battute, un mio ricordo. Jean-Marc Bosman (che fa parte dei 50 ritratti, ndR) è l’esempio perfetto del calciatore tecnicamente trascurabile, ma la sua vicenda ha cambiato la storia del calcio. Durante una presentazione del mio libro a ero con Marocchi. Giancarlo venne ceduto al proprio quell’estate lì. Lui ancora oggi mi racconta che loro non avevano la minima percezione del cambiamento. Il concetto di vincolo che c’era prima, a contratto scaduto, era davvero medievale, Non esiste in nessun’altra professione". E sulla scelta dei 50 volti: "All’inizio pensavo che sarebbe stato complicato arrivarci, poi dopo la prima lista, stilata con l’aiuto di due almanacchi, mi sono reso conto di essere arrivato in un attimo a 130. Scendere a 50 è stata davvero un’impresa. Ci sono 9 italiani e forse è un numero sproporzionato rispetto alla storia del calcio mondiale, ma ho preferito privilegiare i nostri tifosi".

Fuori dai 50 volti c'è Gigi Riva, mentre è presente : "Lasciare fuori Gigi mi ha pesato parecchio, ma ho scelto Francesco perché volevo che ci fosse anche la storia di un calciatore, di una bandiera capace di vestire una sola maglia in carriera, con la consapevolezza di rinunciare a titoli e vittorie che altrove avrebbe ottenuto con grande facilità. Anche Antognoni è rimasto fuori per 'colpa di ' (sorride, ndR)". L'intervista arriva in un giorno particolare, oggi è il compleanno proprio di : "Gli ho appena mandato un sms di auguri (l’intervista è stata realizzata la mattina del 27 settembre, ndR). Come sta Francesco? Credo che intimamente sia ancora molto indeciso. Sa facendo cose nuove che lo divertono e lo assorbono, ma credo che il suo destino e quello della Roma non potranno restare separati per troppo tempo. C’è stata una frattura e queste cose non si aggiustano con lo scotch. Tuttavia penso che del disagio in lui esista. Per esempio mi suona strano non vederlo allo stadio quando gioca la Roma. E non necessariamente in tribuna d’onore".

Infine, a Condò cosa piacerebbe scrivere un giorno per una eventuale appendice all'autobiografia di ("Un "), scritta dallo stesso giornalista? "Vorrei raccontare di un nuovo , di un calciatore che Francesco regalerà alla Roma come suo erede. Mi piacerebbe molto se fosse lui a scoprirlo".

(rudi.news - P. Cacciari)

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