La penna degli Altri 13/08/2019 14:35

Rocchi: "Il Var è una ciambella di salvataggio per noi, ma l'arbitro decida"

gianluca-rocchi

GASPORT - Al quotidiano sportivo ha concesso una lunga intervista l'arbitro Gianluca Rocchi, che ha parlato anche di Var, dell'impatto della tecnologia sull'arbitraggio e sul campionato alle porte. Le sue dichiarazioni:

Ora avete la Var...
«Già, l’avessi avuta ai miei tempi, quante notti insonni avrei evitato. Un arbitro, quando sbaglia, ci sta male. Ma è il modo migliore per crescere».

Nella scorsa stagione, anche lei ha avuto un paio di incidenti...
«Vero, sono andato meglio all’estero. Quest’anno spero di fare bene soprattutto in A».

Diceva della Var...
«Una ciambella di salvataggio, un modo per evitare di farsi male. Uno strumento, però, che va gestito nel modo giusto».

Ci spieghi.
«La Var è un supporto all’arbitraggio, non può essere il contrario. Chi va in campo deve restare centrale, e per farlo deve arbitrare bene. Cosa significa? Prendere decisioni. Assumersi la responsabilità, senza tentennamenti. Così il Var diventa marginale. Se invece non lo facciamo, mandiamo in difficoltà il collega al video, perché gli diamo un onere eccessivo».

Vi accusano di sentirvi in competizione con il Var.
«Ma no, non è così. Però siamo essere umani, e ci sono rapporti personali in campo. La relazione tra il direttore di gara e il Var dovrebbe essere soltanto professionale, ma poi capita che un giovane “varista” abbia qualche timore a correggere il grande arbitro, e il grande arbitro qualche premura a non mandare in difficoltà un giovane collega, facendogli notare dopo 5’ che ha già commesso un errore. È umano, ed è anche per questo che chi va in campo deve avere il coraggio di decidere. Nicola (il designatore Rizzoli, ndr ) sta martellando su questo tasto, io sono d’accordo. Del resto, anche a me lo scorso anno è capitato di mettere in difficoltà il collega al Var».

Cosa ci dobbiamo aspettare dalla nuova stagione?
«Un campionato bellissimo, e più competitivo secondo me. Per quanto ci riguarda, la crescita dei giovani. Dobbiamo dargli fiducia, magari prendendoci dei rischi, ma sono convinto che si dimostreranno all’altezza. Io e Orsato, che siamo i veterani, li aiuteremo a gestire gli eventuali errori, che resta la cosa più difficile».

Le nuove regole sui falli di mano metteranno un po’ d’ordine?
«Ridurranno ulteriormente il margine di discrezionalità. Un braccio alto, o un movimento innaturale, sarà sempre rigore».

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