La penna degli Altri 21/08/2019 13:44
L'Italia gioca per l'Europa
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Sarà un campionato, una stagione, che finirà dritta dentro l'Europeo, quello che l'Italia di Mancini vuole vivere da protagonista. Sarà un'annata fatta di buoni pensieri azzurri per tanti nostri talenti che, per questo, avranno voglia pure di strafare. La classica stagione con il vento in poppa, con le motivazioni in automatico. Ma è pur vero che, tra gli interessati, nessuno avrà il posto assicurato nell'Italia, perché Mancini ha dimostrato molta fantasia nelle scelte, in eccesso (convocato anche chi non aveva un minuto in A, vedi Zaniolo) e in difetto (accantonati anche i pupilli, vedi Balotelli).
SVEGLIA Si ricomincia, dunque, molti azzurri si dovranno svegliare, per il bene della propria squadra, quindi di se stessi e dell'Italia. E' l'anno del bene comune. Dalla Juve al Brescia, ognuno propone il suo azzurro: lo scudetto, la Champions e la salvezza dipendono dall'umore di questi talenti. Bernardeschi dimostri di che pasta è fatto, ad esempio. Faccia vedere di essere un campioncino e non solo un gran bel giocatore. Questo è l'anno giusto, dopo stagioni altalenanti: Berna chiede la conferma tra i titolari in azzurro nel tridente di Mancini, passando dall'umore di Sarri. Non sarà facile mettersi in evidenza in una squadra forte come la Juventus, ma questa eventualmente sarà impresa ancor più apprezzabile. Bernardeschi non potrà nascondersi, così come Insigne sulla sponda Napoli, prima avversaria della Juve. Lorenzo con Mancini ha cominciato a trovare continuità, cosa che non gli era capitata con Conte prima e con Ventura poi. Sarà per lui, a 28 anni compiuti, l'anno della consacrazione: per vincere con il Napoli e per giocare con la Nazionale, stavolta, un Europeo da protagonista e leader tecnico. Ancelotti gli ha regalato un ruolo nel quale può essere al centro del gioco offensivo: può fare tanti gol, assist, divertirsi e magari vincere. Ma è sicuramente uno da cui ci si aspetta il salto in avanti, da uomo squadra. Che dire poi di Barella? Pagato a peso d'oro, nazionale con la maglia del Cagliari, dove era il leader indiscusso e coccolato da una città e da tutta l'isola. A Milano è, come dire, un big dei tanti. E' l'anno dell'esame di maturità per uno dei migliori talenti del calcio italiano in una piazza esigente come quella di Milano. Una stagione per prendersi tutto o niente. Top o flop.
I GOL DI CIRO Chi ha bisogno di dimostrare sempre e ogni anno di più è Immobile. Che, si intuisce, non è tra i preferiti di Mancini ma è invece un indispensabile per Inzaghi. Ciro si trova a dover superare se stesso, col rischio, per questioni di caratteristiche, di restare ai margini degli undici della Nazionale. E' un po' lo stesso discorso che vale per il suo ex gemello Belotti, che ultimamente sta dando cenni di risveglio dopo un'annata buia. Basterà? Il ruolo di centravanti azzurro è vacante: concorrono lui, appunto Immobile, e Balotelli, tornato in Italia, a casa Brescia, proprio con quell'obiettivo: l'Europeo 2020. Di sicuro queste legittime ambizioni faranno comodo a Torino, Lazio e Brescia, ognuno per i propri traguardi. Poi abbiamo l'imbronciato Chiesa, che forse un giorno, non lontano, capirà che proprio la maglia viola in questo momento può dargli la garanzia di mantenere ben saldo il posto in Nazionale. Il trasferimento alla Juventus, che magari un giorno ci sarà, gli avrebbe regalato soldi, prestigio ma non la garanzia di un posto dal quale mettersi in mostra. Un altro anno a Firenze, l'Europeo e poi altri lidi, questo l'obiettivo, forzato, del talento della Fiorentina. L'omologo di Federico si chiama Zaniolo, che dopo il rinnovo ferragostano con la Roma, è tornato in campo più pimpante e con la testa a posto. Da Nicolò Fonseca si aspetta tanto, su di lui (e Dzeko) vuole costruire l'asse centrale dell'attacco. Per Zaniolo c'è solo un equivoco tattico, che passa dal giallorosso e finisce in azzurro: Fonseca lo considera un trequartista o un esterno di un 4-2-3-1, Mancio lo ritiene una mezz'ala e quel posto in azzurro è occupato da Verratti e Barella. Ma è chiaro che Nicolò, considerato che in Nazionale è stato chiamato da Mancini quando era in fasce, non avrà troppi problemi a restare nel giro. Ovvio, dipende da lui. Vedremo. Ricordiamo, infine, tra i protagonisti azzurri del prossimo campionato, Donnarumma, che per tutti è un predestinato e il vice Buffon in eterno. Bene, chiedere a Sirugu se è d'accordo.