La penna degli Altri 17/06/2019 13:21
Candela: «Una situazione surreale: ma io sto con Francesco»
IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Pronto, Vincent, ha saputo? «No, cosa?». Totti lascia la Roma. «Non ci credo, è sicuro?». Beh, uno che convoca una conferenza stampa all'Olimpico... «Io ancora non ci credo, Totti lontano dalla sua Roma: surreale».
Surreale, inaccettabile per una città che vive di sentimenti e non di vittorie.
«Francesco ha fatto un percorso di trenta anni con gli stessi colori addosso. Non è facile pensarlo lontano dalla Roma. Ha fatto tanto per quella maglia, la sua storia è nei numeri, non nelle chiacchiere. Poi, come tutti, ha i suoi difetti, ma questo è normale».
Poteva essere una risorsa.
«Lo era, doveva continuare ad esserlo, poi non so cosa sia successo...».
Come, lei, suo amico, non sa?
«Immagino che molto sia dipeso dal rapporto con Baldini, così ho letto, così dicono. Due figure, a quanto pare, incompatibili».
La Roma ha fatto le sue scelte.
«Totti è un simbolo, uno che capisce di calciatori come pochi, ma il padrone della Roma è Pallotta».
Ma cosa voleva fare Francesco?
«Occuparsi di calcio, far parte di uno staff che potesse prendere decisioni tecniche. Ripeto: Totti capisce di pallone. Poi, ovvio: non poteva fare tutto lui. C'è un ds, un allenatore. Ma il suo parere poteva contare molto».
E poi c'è Baldini?
«Baldini fa parte della Roma?».
Ufficialmente no.
«Quindi è un uomo influente, questo sì. Io sto con Totti, magari il presidente sta con Baldini».
Ecco, appunto.
«Magari potevano lavorare insieme, ma forse non era possibile in questo momento».
Ha sbagliato Totti in questi due anni?
«No. Si è sempre messo a disposizione. E' chiaro, non era facile diventare un manager in poco tempo».
C'è chi gli rimprovera che non abbia studiato, che non sappia l'inglese?
«Mica deve parlare con Trump. Per individuare un calciatore o un allenatore e dire se siano in grado di venire alla Roma, bisogna parlare l'inglese? Il linguaggio del calcio è uno, Francesco lo conosce molto bene».
Che ne sarà della Roma senza romani?
«Si va avanti. Per me nulla viene a caso. Francesco troverà una dimensione altrove. Come ho letto di recente, non tutte le tempeste arrivano per distruggerti la vita. Alcune arrivano per pulire il tuo cammino. Chissà».
Totti via, De Rossi via, via anche Ranieri.
«Per Daniele situazione diversa rispetto a Francesco: uno voleva giocare, l'altro voleva essere più al centro delle idee tecniche. Quanto a Ranieri, meglio lasciar perdere. Ha sparato sulla Roma appena ha saputo di non essere confermato. Non si fa, così troppo facile. Comunque i romani non sono mai un problema nella Roma».
Che cosa penserà quando rientrerà a Trigoria e non troverà più il suo amico?
«Mi dispiacerà. Per la Roma. E per lui».
Dove lo vede in futuro?
«Lo vedo come un uomo libero. Tra i campioni come Figo e Ronaldinho, a rappresentare il calcio nel mondo. Ovunque, sarà sempre il mio capitano».