La penna degli Altri 18/05/2019 17:18

Stadio, i favori di De Vito ai privati: "Ha barattato il ruolo istituzionale"

marcello de vito assesorato

LA REPUBBLICA (M. E. VINCENZI) - «De Vito, in spregio alle finalità istituzionali che, come visto, dovrebbero ispirarne i comportamenti, piega la sua funzione al compimento di atti che esprimono non una scelta discrezionale legittima, di natura squisitamente politica, ma una volontà già determinata e precostituita che è quella di assicurare al privato imprenditore quando non il risultato voluto almeno il maggior beneficio possibile». Non fanno sconti all'ex presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito i giudici del Tribunale del Riesame nelle motivazioni con le quali hanno detto no alla sua istanza di scarcerazione. II politico grillino è stato arrestato per corruzione insieme al suo ex socio di studio, Camillo Mezzacapo, accusato di essere colui che raccoglieva le mazzette pagate da una serie di imprenditori.

Ed è proprio per gli imprenditori che De Vito ha «barattato» il suo ruolo e la sua «funzione istituzionale» intervenendo «direttamente sugli assessori e funzionari». D'altronde, scrivono i giudici, all'epoca dei fatti il numero uno dell'Aula Giulio Cesare godeva «di notevole credito nel circuito del M5S e nel Comune di Roma e il suo peso specifico, non semplicemente di mero indirizzo politico ma dotato di una concreta capacità di alterare la naturale o diversa composizione degli interessi pubblici gestiti a cagione del proprio ruolo e a prescindere dalle competenze del proprio ufficio, risulta significativamente dimostrato». Secondo il Riesame, De Vito ha dimostrato «la capacità di divenire affidabile interlocutore privilegiato in un breve lasso di tempo, dal 2017 ai primi mesi del 2019, di grandi gruppi imprenditoriali interessati a importanti opere urbanistiche nella Capitale». L'ex esponente pentastellato «non è un "taglianastri", come definito da Mezzacapo in sede di interrogatorio, ma è "l'amico potente" del quale egli è fidato longa manus, rappresentando Mezzacapo il raccordo materiale, collettore di tangenti, delle volontà corruttive dei privati e del politico amico di lunga data». Non a caso, «De Vito e Mezzacapo intendono sfruttare appieno la situazione favorevole venutasi a creare con la nomina del primo a presidente del consiglio comunale e che con cupidigia l'avvocato paragona alla cometa di Halley, costituendo la contestuale presenza del M5S al governo del Paese e della città di Roma Capitale, una congiuntura non riproponibile e quindi un'occasione da non perdere».