La penna degli Altri 27/05/2019 17:10
IL PUNTO DEL LUNEDI' - CAPUTI: "Adesso la Roma si prepari a un'estate complicata" - CARMELLINI: "Stagione buttata, ora sotto con il futuro"
LAROMA24.IT - Ieri sera all'Olimpico è andato in scena il capitolo finale della storia da calciatore della Roma di Daniele De Rossi. In uno stadio completamente esaurito il capitano giallorosso ha salutato i tifosi commossi per l'addio alla bandiera, arrabbiati con Pallotta e delusi dalla stagione appena conclusa. "All’Olimpico la tempesta del cuore con l’addio commosso e lacerante all’amato simbolo De Rossi, la contestazione a Pallotta, le lacrime di Ranierie i fischia Dzeko. Sarà un'estate complicata per la Roma,così come interessante e imprevedibile sarà il calciomercato dei calciatori e soprattutto degli allenatori" scrive Massimo Caputi sulle pagine de Il Messaggero.
"Il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Per una stagione buttata via a più riprese dalla Roma che è riuscita incredibilmente a non centrare l’obiettivo Champions rimasto «aperto» davvero fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Rabbia è il sentimento che ha tenuto banco ieri sera all'Olimpico per come è finita la storia con De Rossi" è invece il pensiero di Tiziano Carmellini de Il Tempo.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Il campionato ha calato il sipario regalandoci negli ultimi 90 minuti un concentrato di emozioni. Alla fine nessun colpo di scena: Atalanta ed Inter in Champions, l’Empoli in Serie B. I sentimenti di gioia e rabbia, delusione e rimpianto si sono intrecciati tra loro sorvolando l’Italia,da Milano a Ferrara passando per Reggio Emilia e Firenze, arrivando fino a Roma. All’Olimpico la tempesta del cuore con l’addio commosso e lacerante all’amato simbolo De Rossi, la contestazione a Pallotta, le lacrime di Ranierie i fischia Dzeko. Sarà un'estate complicata per la Roma,così come interessante e imprevedibile sarà il calciomercato dei calciatori e soprattutto degli allenatori. Dalla Juve alla Lazio,dalla Roma al Milan, passando per l’Atalanta e l’Inter, il puzzle delle panchine è tutto da completare, e non si escludono i colpi di scena. Se le panchine sono girevoli,non meno mutevoli appaiano gli scenari di molti club. Le ambizioni e le potenzialità economiche non sempre coincidono. Raggiungere o quanto meno avvicinarsi alla Juventus si è rivelato un compito impossibile per ben otto anni. Potrebbe riprovarci il Napoli e tentarlo fortemente l’Inter. Le due romane hanno situazioni molto diverse tra loro. La Lazio, vinta la Coppa Italia, avrebbe bisogno di maggiori investimenti tecnici per essere più competitiva; la Roma, dopo la deludente stagione, ha un futuro indecifrabile con l’ennesima rifondazione.
CORRIERE DELLO SPORT (M. EVANGELISTI)
Eppure c'eravamo illusi davvero. E dì la verità, Daniele, t'eri illuso anche tu che ci sarebbe stata una primavera di Roma. Una capitale futura per Capitan Futuro, capace di accavallarsi nel calcio con Madrid, con Parigi, con Londra, con Barcellona e Monaco che si sentono capitali di quanto hanno intorno e tanto basta. Un coro d'amore e DDR s'inchina I tifosi lo invocano a gran voce e Daniele si congeda baciando la pista dell'Olimpico L'abbraccio di Totti e le lacrime di Conti La Roma chiude battendo il Parma (2-1) di Marco Evangelisti Eppure c'eravamo illusi davvero. E dì la verità, Daniele, t'eri illuso anche tu che ci sarebbe stata una primavera di Roma. Una capitale futura per Capitan Futuro, capace di accavallarsi nel caldo con Madrid, con Parigi, con Londra, con Barcellona e Monaco che si sentono capitali di quanto hanno intomo e tanto basta. 012 Con il tributo di un Olimpico stracolmo si è chiusa ieri la carriera in giallorosso di uno dei giocatori più amati Che avresti condotto la squadra nel tuo e nel suo stadio, tu che sei giovane, ancora forte, sempre acceso per questa gente che sibila di avere il cuore grosso, adesso più che mai, e che la Roma è nata grande e grande deve restare. Lo hanno cantato e gridato per te, ieri sera, e neppure la sera era quella che avresti meritato. Dolce e chiara e senza vento avresti dovuto averla, ma in tal caso, in mancanza di pioggia, chi avresti potuto prende Bandiere, cori e striscioni: la gente si è immedesimata In lui, primo tifoso Famiglia, amico. I compagni, Conti e Totti: c'erano tutti per Il grande saluto re in giro raccontando che i capitani non piangono? La città era fradicia e giravano ragazzi con la barba appuntita e chiara, con La maglia numero 16. Chi poteva ha fatto del suo meglio per assomigliarti: in tanti volevano essere più te di te stesso. *** A stadio colmo, dopo l'ovazione di accoglienza, si è capito. «Nei giorni belli e in quelli tristi sei stato la bandiera dei veri romanisti» lo striscione numero uno. «Ci hai rappresentato per diciotto anni. Da oggi la tua curva rappresenterà te per sempre» il numero due, quello della spiegazione di tutto, dei travestimenti, delle metamorfosi, dell'identificazione, dei ritratti. Con la nota in fondo, casomai servisse: «Siamo tutti Ddr». E poi «DDR vanto mai tramontato». Eccetera, dall'inizio alla fine della notte dei lunghi silenzi. Perché, che cosa si aspettavano da te, dai tuoi tifosi e da tutti noi? Lirica e Arcadia o la musica delle sfere? Quella di ieri era la sera della volontà popolare, dell'ira e del rimpianto. E tu, Daniele, avevi anche provato a dirlo agli americani a Roma che non era questo il modo di promettere e illudere, che la città ha pazienza ma pure memoria. Però tra lo slang romano e il bostonesco passa troppa differenza. Dedicata a Pallotta, insieme con i cori di disprezzo e con gli striscioni di scherno, in Curva Sud hanno impennato una bandiera dei Los Angeles Lakers. In faccia a un uomo dei Celtics fa più male di una coppa. Vendi la Roma e non seccarci più, traduciamo fedelmente. Praticamente dettagli in una giornata in cui tutto ciò che contava era il dialogo tra un capitano privato della nave e l'equipaggio che lascia indietro, e del capitano con se stesso. Non c'è solitudine nell'addio di De Rossi. Ha scovato la solidarietà che gli serviva al momento di andare in campo nell'incrocio di sguardi con Mazzoleni, arbitro giunto a sua volta all'ultima partita. Ha portato sul prato i figli, ha visto la sua immagine in formato gigante esposta dalla Tribuna Tevere e la Curva Sud dividersi in due onde, una gialla e una rossa, migliaia di bandierine divise da un filo di fumo.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Il rammarico per quello che poteva essere e non è stato. Per una stagione buttata via a più riprese dalla Roma che è riuscita incredibilmente a non centrare l’obiettivo Champions rimasto «aperto» davvero fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Perché questo campionato assurdo ha aspettato i giallorossi fino all'ultimo e la cosa, per certi versi, fa ancora più rabbia.
E rabbia è il sentimento che ha tenuto banco ieri sera all'Olimpico per come è finita
la storia con De Rossi che a dieci minuti dalla fine esce dal campo per la standing ovation
dell'Olimpico consegnando la «sua» fascia in eredita a Florenzi: un cambio di guardia, pesantissimo. Un misto di acredine e gioia ha imbevuto la serata del tifoso romanista: impossibile mancare all'ultimo appuntamento della carriera in giallorosso di Daniele De Rossi. Un uomo che lascia un segno indelebile nella storia romanista e dice addio in maniera molto dolorosa ma col sorriso sulla labbra. Le scelte tecniche spettano alla società ci mancherebbe, ma modi e tempi sono stati molto più che discutibili: la gestione dell'ambiente in una città come Roma fa tutta la differenza del mondo e se vivi
dall'altra parte dell'oceano forse non riesci a percepirlo... forse te ne frega il giusto. Resta la Roma, ferita, umiliata da una qualificazione mancata alla Championse il prossimo anno dovrà giocare un'Europa League che ne ridimensiona clamorosamente le ambizioni: e con queste molto probabilmente anche gli investimenti. Perché nel delirio De Rossi, giustissimo e al quale ci appassioniamo molto anche noi, la piazza ha perso di vista l’interesse primario: quello della Roma che ieri ha battuto il Parma 2-1 nell'ultima inutile gara stagionale. La squadra andrà letteralmente rifondata. I fischi, immeritati, di ieri sera all’uscita di Dzeko, creano un’altra spaccatura profonda e difficilmente sanabile con il fortissimo attaccante che quest'anno ha faticato a concretizzare tutto il suo potenziale. E un’altra faccia di una stagione terribile e per certi versi interminabile.
Ora sotto con il futuro, sarà tutta un'altra Roma, sopratutto se si concretizzeranno le voci che danno Gasperini (che ieri l’Atalanta però ha gelato) sulla panchina giallorossa. Sarà comunque una squadra giovane, più vivace, fatta di gente nuova che partirà a fari spenti per iniziare un percorso di crescita: l'ennesimo, sperando che stavolta sia quella buona, perché il tempo per sbagliare è finito. Intanto il popolo romanista ringrazia Ranieri al quale
strappa un pianto naturale durante la partita all'ennesimo coro e l’ultimo striscione. Lui
torna a casa a testa alta sfiorando l'impresa: l'ennesima. Sarebbe stato un sogno.