La penna degli Altri 23/05/2019 17:18
Il calcio riapre a Mediapro. Cala il gelo fra Sky e Lega
LA REPUBBLICA (M. MENSURATI) - Una serie di incontri tra i vertici della Lega di A e gli uomini italiani della spagnola Mediapro sta incendiando il clima tra i protagonisti del calcio italiano. Lo scenario, che promette di arrivare a un primo show down entro il 24 giugno, è quello di una contrapposizione tra la Lega e i broadcaster titolari dei diritti tv, Sky (soprattutto) e Dazn. I rapporti, al momento, sono pessimi.
LA CAUSA IN TRIBUNALE - Quella dei diritti tv è questione capitale per il calcio, che come noto dipende per il 60% da quegli introiti. Tra le scorie lasciate dall'ultima asta (triennio 2018-2021) - aggiudicata a Sky e Dazn per 973 milioni - c’è un contenzioso proprio
con Mediapro che aveva lasciato nelle casse della Lega 50 milioni (più 14 di Iva) come anticipo in esecuzione di un contratto che è stato poi risolto. Secondo i presidenti di A, quei soldi sono solo una piccola parte del danno (stimato tra i 210 e i 480 milioni) che Mediapro
ha causato non rispettando le clausole del contratto. Gli spagnoli la vedono in maniera diversa e rivorrebbero indietro il denaro. Il 24 giugno la prima udienza in tribunale.
SERIE A CHANNEL - Udienza alla quale, però, Mediapro confida di non arrivare. Ha consegnato alla Lega una proposta da valutare entro quella data, che ruota tutta intorno alla costruzione del famoso Canale Serie A: Lega e Mediapro firmano contemporaneamente due documenti. Nel primo Mediapro si impegna a lasciare quei soldi nelle casse della Lega. Nel secondo la Lega si impegna a scegliere Mediapro come “fornitore di servizi tecnici e commerciali” per il canale per i trienni 2021-24 e 2024-27. A fronte di questo impegno gli spagnoli garantirebbero alla Lega 1.050 milioni per il primo anno, per poi dividere i guadagni (75% Lega 25% Mediapro) nei successivi.
CLUB SPACCATI - Come d’abitudine i club si sono immediatamente spaccati. A guidare il fronte del no, la Juventus (insieme a Inter e Milan). Andrea Agnelli non vede il motivo di legarsi le mani sin da ora con un partner che, per giunta, si è dimostrato tanto inaffidabile da costringere la Lega a portarlo in tribunale. Contro Agnelli, capitanati da Claudio Lotito ci sono molti club medio piccoli, ingolositi dall'offerta e preoccupati dalla prospettiva di un mercato televisivo che si va rapidamente riducendo. Secondo loro la posizione di Agnelli sarebbe strumentale a favorire il progetto della Super Champions. Se la Lega vuole valutare “l’ipotesi canale” - dicono invece i club più possibilisti - dovrebbe fare una gara, o quanto meno un sondaggio di mercato, per scegliere i partner migliori. Anche considerando che tra questi potrebbe rientrare persino Sky, magari non direttamente.
MICCICHÈ E LO SGUARDO A SKY - L’assemblea del 9 maggio si era conclusa con un Gaetano Micciché, apparso freddino, che aveva cercato di invitare tutti alla cautela. A quanto pare, però, qualcosa nel convincimento del presidente della Lega sta rapidamente cambiando. Il 15 maggio, intervenuto ad un convegno all’Ara Pacis di Roma, è apparso decisamente più propenso a considerare l’offerta di Mediapro nonostante la causa in tribunale: «Non è il diavolo, è un soggetto giuridicamente valido». Anche perché, questo il ragionamento, per il calcio italiano può essere pericoloso dipendere dalle volontà di un singolo broadcaster (“il signor Comcast”) che potrebbe abbandonare il business da un anno a un altro. Parole pesanti pronunciate in un contesto particolare. A qualcuno non è sfuggito che a quell'incontro - molto prestigioso, c’era anche il sottosegretario di Stato con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti - Sky non era nemmeno stata invitata. Da quel giorno, Micciché insieme all'ad De Siervo e agli avvocati della Lega si è incontrato più volte con i rappresentanti di Mediapro - Marco Bogarelli (ex Infront) e Matteo Mammì (ex Sky) - per mettere a punto una proposta più dettagliata che, nei piani degli spagnoli, dovrebbe chiudere la partita già entro metà del mese prossimo.