La penna degli Altri 22/05/2019 21:07
Film, cd e tattoo: DDR oltre il campo
Lo striscione dei tifosi juventini, il giorno della loro festa scudetto, sembrava già tanto, «Ciao De Rossi. Prima l'uomo poi il calciatore». Poi, lunedl sera, Lazio-Bologna all'Olimpico, in piena curva biancoceleste spunta un «La Nord saluta De Rossi: fiero ed irriducibile nemico sul campo» e questo sembra troppo [...]
Il fenomeno, nel frattempo, si fa globale. Onda su onda. Rete su rete. Toccando luoghi iconici. Miami, Londra, Madrid, passando per Parigi, l'Eiffel sullo sfondo, e altri del tutto improbabili, qua e là incastrati nel giocoforza della rima, Düsseldorf («DDR bandiera inappuntabile... non sacrificabile»), Nancy, Salonicco e Copenaghen: De Rossi fa il paio con Pallotta, eroe l'uno e vituperio delle genti l'altro, in qual caso scortato nell'insulto, James, dal fido Baldini. Il più surreale di tutti quello con veduta panoramica su Trapani, noto avamposto romanista. «Er core a Roma nun se tocca».
Sarà anche virale, tutto quello che volete, ma qualcosa di forte significa. Se il vero racconto di un uomo è quello che fanno gli altri di lui, tutti quelli che ci hanno giocato e battagliato insieme, condiviso palloni, pensieri, parole o silenzi in faccia al mare, da Francesco De Gregori a Mauro Bencivenga, migliaia di celebri e anonimi, di ogni ceppo, di ogni sesso e di ogni età, la deduzione e solo una, stiamo raccontando la storia di un gigante. Daniele De Rossi. Della specie: un uomo dallo stile riconoscibile, uno di cui fidarsi [...].
I tifosi della Roma metteranno insieme il loro collage della memoria. Ognuno il suo. A seconda anche di dove arrivano in là con gli anni. Diciotto. Sarà una specie di opera autoconsolatoria dove a imporsi non saranno tanto le prodezze calcistiche, ma tetto le assurde anamorfosi del suo corpo romanista. Che si trasforma e si deforma ogni volta, nell'esultanza, nella rabbia, nel dolore. Ogni tifoso stamperà nella propria testa il manifesto del suo amore. Cambieranno i fatti e le parole, ma la faccia sarà quella stravolta di sempre. Come una tela del Caravaggio. Oloferne decapitato. Reciso dal suo corpo, dalle sue viscere [...].
(corsport - g. dotto)