La penna degli Altri 03/04/2019 15:52
Vele di Calatrava, pressing De Vito
LA REPUBBLICA (G. SCARPA) - Pressioni all'assessore Luca Montuori per il progetto dei mercati generali e minacce alla presidente della commissione urbanistica, la consigliera grillina Donatella Iorio, per il progetto della Città della conoscenza che sarebbe dovuta sorgere nelle Vele di Calatrava. Così l'ormai ex presidente dell'assemblea capitolina Marcello De Vito esercitava il suo potere. «Mi chiedeva informazioni sui mercati generali per capire se il procedimento stesse andando avanti. Io l'aggiornavo di volta in volta». Non ha dubbi l'assessore all'urbanistica Montuori. L'esponente della giunta pentastellata lo racconta il 20 marzo agli investigatori che lo sentono a sommarie informazioni sulla vicenda che, tra le varie, ha portato in carcere De Vito, accusato di aver preso mazzette dagli imprenditori Toti affinché si interessasse del progetto dei mercati generali di Ostiense. È questo un tasto su cui battono i carabinieri di via In Selci anche con il presidente della commissione urbanistica, la consigliera grillina Iorio e la collega Alessandra Agnello al vertice della commissione lavori pubblici.
Tuttavia le due esponenti del Movimento non sanno dire cosa accadde tra la primavera e l'estate del 2017. E perché, ad un certo punto, tra due progetti «uno bello quello olandese» che tutti volevano «e quello brutto — precisa l'Agnello — che prevedeva maggiori cubature», si scelse alla fine questo. Di certo, sostengono le due grilline, loro non si sono occupate dell'iter amministrativo perché «era stato dato un indirizzo all'assessore (Montuori, ndr) che era quello di trovare un accordo. Non sono in grado di dire da chi sia partita l'indicazione politica — racconta Iorio — poi sostenuta dalla maggioranza». L'unica cosa che ricorda è il «momento in cui la sindaca ha chiesto, in una chat, chi avesse le carte dei mercati generali. Io ho risposto di averle e mi venne detto di consegnarle a Lanzalone», ex presidente di Acea accusato di corruzione per la vicenda dello stadio della Roma. «Tuttavia tra noi consiglieri di maggioranza — spiega Agnello — si diceva che bisognava portare avanti questo progetto anche se non era soddisfacente, non approvarlo avrebbe comportato responsabilità contabili». Ma se entrambe le consigliere sostengono di non aver ricevuto, sui mercati generali pressioni da parte di De Vito, di parere opposto è l'assessore Montuori: «La prima volta in cui De Vito mi chiese di incontrare gli investitori io restai perplesso tanto che informai la sindaca, lei mi disse che non era lui a fissare le agende delle priorità». Sullo stadio della Roma l'Agnello ha invece un racconto più nitido: «Ricordo una riunione di maggioranza in cui De Vito si presentò ed era eccitato e sollecitava tutti a votare favorevolmente».
Mentre Iorio menziona un'altra circostanza in cui il presidente dell'assemblea capitolina l'avrebbe spinta a firmare una mozione sul progetto della Città della Conoscenza. «È stato molto pressante sul progetto delle Vele di Calatrava. Più volte i suoi collaboratori mi hanno sollecitato a sottoscrivere questa mozione». «Ricordo — aggiunge Iorio — che alla fine mi è stata portata con il nome di Paolo Ferrara (ex capogruppo grillino in Campidoglio, ndr) e mi è stato detto che tutti l'avrebbero firmata. Mi sono accorta che c'era solo la mia firma, quella di De Vito e forse di Ferrara. Ho chiesto di ritirare la mozione, così è accaduto. De Vito si arrabbiò e mi disse che una cosa del genere non sarebbe mai più dovuta accadere».