La penna degli Altri 03/04/2019 15:39
Stadio, spuntano le "talpe" di De Vito
IL TEMPO (V. DI CORRADO - A. PARBONI) - Uomini dell'ex presidente del Consiglio comunale di Roma, o a volte lui stesso (prima del suo arresto), presenziavano alle riunioni degli assessori, quasi a controllarne l'operato. «Marcello De Vito di solito fa assistere persone del suo staff alle riunioni di Giunta e qualche volta assiste anche lui». A riferirlo ai pm è il responsabile dell'Urbanistica Luca Montuori, dimostrando il ruolo attivo di De Vito nei progetti peri quali, secondo la Procura capitolina, avrebbe percepito mazzette da vari imprenditori. A cominciare, appunto, da Luca Parnasi. «Con riferimento alla realizzazione del Nuovo stadio della Roma, ho avvertito un certo pressing da parte di De Vito - ha raccontato il 22 marzo la grillina Alessandra Agnello, a capo della commissione comunale Lavori Pubblici, al pm Luigia Spinelli e ai carabinieri del Nucleo investigativo. «Ricordo una riunione di maggioranza a cui partecipò De Vito: si trattava di una riunione preliminare alla delibera per la dichiarazione di pubblica utilità dell'opera. Notai che De Vito era particolarmente eccitato e sollecitava tutti ad andare a votare favorevolmente. Io in quella riunione votai contro, ma in sede consiliare mi sono adeguata alla maggioranza come da codice etico del Movimento 5 Stelle». «Nella riunione di maggioranza - sottolinea l'Agnello - effettivamente De Vito era il più attivo per trascinare tutti noi consiglieri a votare a favore. Io rimasi colpita da questo atteggiamento di De Vito, tanto che ancora oggi lo ricordo, anche perché non mi vengono in mente altre riunioni nelle quali lui si fosse mostrato così deciso e determinato nell'ottenere il consenso della maggioranza».
Ma gli interessi di De Vito non si sono limitati solo allo stadio. L'assessore all'Urbanistica Montuori, sentito il 20 marzo dai pm, ha riferito che l'allora presidente del Consiglio comunale nell'aprile del 2017 gli disse che sarebbe stato opportuno incontrare degli investitori esteri, nello specifico il lussemburghese De Balkany, per finanziare i Mercati Generali di Roma Ostiense. «Io restai perplesso, tanto che informai la sindaca di questa richiesta», precisa Montuori. «Vi sono state ulteriori occasioni in cui De Vito mi chiedeva informazioni sui Mercati Generali. Le sue richieste - ha specificato l'assessore - erano orientate a capire se il procedimento stesse andando avanti o se si fosse per una qualsiasi ragione "incagliato'». Tra le contestazioni della Procura, il «mister preferenze» dei 5 Stelle è accusato infatti di aver preso mazzette proprio dai fratelli Toti, gli imprenditori concessionari dei Mercati Generali. Dall'interrogatorio di un'altra consigliera grillina, Donatella Iorio, presidente della commissione Urbanistica, emerge anche l'interessamento in questa vicenda di Luca Lanzalone (ora imputato per corruzione): «Ricordo che c'è stato un momento in cui la sindaca ha chiesto, in una chat, chi avesse le carte dei Mercati Generali. Io ho risposto di averle e lei mi ha detto di consegnarle al Lanzalone». La Iorio parla anche delle pressioni ricevute da De Vito sul progetto delle Vele di Calatrava e della «Città della conoscenza». Oggi il Tribunale del Riesame deciderà se accogliere la sua richiesta di scarcerazione.