La penna degli Altri 25/04/2019 13:31

La sfida (dal carcere) di De Vito a Raggi: "Non mi dimetto"

marcello de vito assesorato

La reazione del Campidoglio alla lettera di Marcello De Vito, nella quale l’ex presidente del Consiglio comunale arrestato il 20 marzo per corruzione dice di non voler rassegnare le dimissioni, è gelida: «Non cambia nulla — spiegano da Palazzo Senatorio —. Se avesse rinunciato all’incarico spontaneamente l’iter sarebbe stato più rapido, in questo caso andrà avanti la procedura di revoca». E però il percorso amministrativo, mentre De Vito resta sospeso per 18 mesi come stabilito dalla Prefettura, è complicato da tecnicismi che rischiano di esporre un eventuale voto della maggioranza al rischio di ricorsi. Nella missiva di quattro pagine, scritta a penna il 13 aprile dal carcere di Regina Coeli e recapitata ieri con una mail «certificata» al Segretariato generale (tra i destinatari la sindaca e i consiglieri comunali), l’ex numero uno dell’assemblea capitolina definisce «prive di presupposti la sospensione e la temporanea sostituzione». (…). Il passaggio più pungente nel quale, pur senza citarlo per nome, chiama in causa «il leader», il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio: «Mi sono chiesto cosa potrebbe decidere per sé stesso, ove fosse sottoposto a un giudizio: sicuramente proporrebbe un quesito ad hoc, come quello ideato sul caso Salvini-Diciotti, da sottoporre al voto online». Il consigliere pentastellato cita il codice etico e contesta l’inflessibilità adottata nei suoi confronti a differenza di situazioni analoghe, seppure non sfociate nell’arresto: «L’espulsione è prevista solo in caso di condanna e non si presta a opinabili interpretazioni a seconda dei casi o, peggio, all’arbitrio del nostro leader». Nel ribadire l’intenzione a non mollare («Non posso, non voglio e non debbo farlo»), chiede giustizia: «Darò tutte le mie forze per tutelare la vita della mia famiglia e la mia». (...).

(corsera)