La penna degli Altri 03/03/2019 16:14

IL PUNTO DELLA DOMENICA - DOTTO: "Fallimento tecnico, non cambierà nulla" - CARMELLINI: "Gli errori si pagano, Di Francesco alle corde"

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LAROMA24.IT - L'ennesima battuta d'arresto. Il ko con il derby è pesante non solo per il significato della stracittadina, ma anche per la corsa Champions. La Lazio torna in corsa mentre i giallorossi non approfittano dello scivolone dell'Inter. L'ennesima prova incolore che rigetta nella crisi i giallorossi a pochi giorni da un altro appuntamento decisivo.


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

All’Olimpico tutto come da programma. La Roma arrivava al derby con i favori del pronostico: e infatti vince la Lazio. Meritatamente: 3-0 senza repliche. Perché in una sfida importante come la stracittadina della Capitale non si può giocare solo un pezzo di partita come ha fatto la Roma ieri sera (per l’ennesima volta quest'anno). La Lazio ne aveva di più: più voglia, più cattiveria, più attributi... insomma aveva più fame e ha vinto un derby in casa 2302 giorni dopo l'ultimo successo.

Per la Roma era la partita perfetta, quella con la quale poteva condannare i «cugini», tenere il passo del Milan e mette re un piede nel quarto posto in condominio con l’Inter. La partita della svolta e come sempre l’ha sbagliata: ormai una sentenza in questo senso. Dall'altra parte una Lazio col dente avvelenato che sapeva benissimo quanto questo fosse l’ultimo treno utile per restare «viva». E ora lo è più che mai, rientrata pienamente in corsa Champions a quota 41 ma con una gara da recuperare (contro l’Udinese quintultima in classifica) e senza l’impegno dell'Europa: può dire la sua eccome.

Insomma questa Lazio per la corsa Champions torna a contare.  Decisive le assenze, o almeno sono quelle a indirizzare la serata. La Roma perde Manolas alle prese con un problema intestinale e manda in campo Fazio, la Lazio deve fare a meno di Immobile e al suo posto entra Caicedo. Bilancio: Caicedo segna il gol che porta avanti la Lazio su ennesima dormita di un Fazio imbarazzante che esce ancora una volta da peggiore dei suoi.

È una delle chiavi di lettura di questa partita che ha visto nel primo tempo giocare solo la Lazio, sempre prima sul pallone (e anche sui rimpalli) e ha sempre il controllo del gioco. La Roma sembra non aver voglia, o comunque parte assopita, e subisce la carica agonistica degli uomini di Inzaghi letteralmente con una marcia in più: come dovrebbe essere in un derby. Ma è solo una delle letture, perché una visione più ampia delle serata mette comunque sempre la Lazio avanti. Tranne quindici-venti minuti in avvio di ripresa, la squadra di Inzaghi è stata sempre superiore in tutte le zone del campo.

Dopo il bel gol in avvio del «panterone» biancoceleste tocca a Immobile, entrato proprio al suo posto, mettere il secondo sigillo dal dischetto: altra dormita di Fazio con fallo da ultimo uomo su Correa. Rigore forse generoso, ma decidere in questi casi non è mai facile. Mazzoleni (che non va nemmeno a vedere la Var) indica il dischetto e la serata si chiude così. Il gol di Cataldi nel finale è solo per il tabellino e la gioia personale del giovane biancoceleste.

E nel finale la Roma, oltre alla partita perde anche la testa. Parapiglia, spintoni, tutto in chiave derby con Kolarov (ex di turno fischiato per tutta la serata) che rimedia due gialli a stretto giro e lascia i suoi in dieci. Insomma il solito psicodramma giallorosso che adesso mette Di Francesco alle corde: perché gli errori si pagano (ostinarsi con Fazio è uno grossolano) e contro il Porto mercoledì non può sbagliare se vuole restare sulla panchina della Roma. L’ottavo di ritorno di Champions diventa per lui il crocevia stagionale. Doveva essere la partita della svolta, ma lo è stato solo per la Lazio: Inzaghi vince il suo primo derby della Capitale. Giusto così!


CORRIERE DELLO SPORT (G. DOTTO)

Brutta cosa non sapere chi sei a tre quarti di stagione. Pessima cosa non saperlo definitivamente nella sera del derby contro una rivale diretta per la Champions che sarà a tre giorni dallo spareggio decisivo per la Champions che è. C’era stato detto che alla Roma manca la certezza del gioco. Ieri sera è mancato tutto, ma proprio tutto, anche la certezza dei singoli. Troppo brutto e tutto vero. Il fallimento tecnico della gestione Monchi-Di Francesco è brutale evidenza, ma le cose non cambieranno per mancanza di alternativa e forse di coraggio. Povertà tecnica di squadra davvero ingiustificabile e imperdonabile se penso alla somma dei valori tecnici dei singoli. Domanda alla quale Di Francesco potrebbe rispondere solo con le dimissioni.


GAZZETTA DELLO SPORT (A. DI CARO)

Forse troppo largo il passivo subito dalla Roma ma la vittoria della Lazio è ampiamente meritata. Nel primo tempo Caicedo ha approfittato del solito errore difensivo, stavolta dell'allegra coppia Fazio-Juan Jesus. Soprattutto Fazio è la controfigura del protagonista dello scorso anno. L'assenza di Manolas, come previsto, si è sentita. Ma tutta la Roma praticamente non ha giocato i primi 45 minuti lasciando campo e iniziativa a una Lazio più intensa e determinata. Nel secondo tempo i giallorossi sono cresciuti, ma la partita si è decisa in 2 minuti. Al 69' Pastore, disturbato da Pellegrini, ha mancato il gol del pareggio e al fatidico 71' minuto (nel 2017 Lulic decise la finale di Coppa Italia) è arrivato il rigore di Fazio su Correa, con Immobile che ha chiuso i conti. 113-0 di Cataldi con Olsen versione saponetta ha completato la festa sotto la Nord. Per Di Francesco una sconfitta pesantissima. Mercoledì contro il Porto si capirà il suo destino. Una eliminazione potrebbe decretare la fine della sua avventura in giallorosso, se non subito, quasi sicuramente a fine stagione.


LA STAMPA (G. GARANZINI)

Brutta Inter, brutto Milan e pessima Roma. Travolta dalla Lazio a gioco lungo, ma presa d'infilata sin dall'avvio arrivando puntualmente seconda su un pallone di cui solo i laziali sapevano che fare, a differenza di una Rometta i cui unici spunti erano affidati alle pensate del sempiterno De Rossi, sino a che ha retto. Per tacere degli errori di una difesa orfana di Manolas, presa d'infilata da Correa e Caicedo nell'attimo fuggente del vantaggio laziale, e riperforata infine da Correa e Cataldi. In mezzo il pallone del pari divorato da Pastore e un paio di buone parate di Strakosha. Sicché la Roma resta a tre punti dall'Inter e vede sia scappare il Milan che rifarsi sotto proprio la Lazio