La penna degli Altri 07/02/2019 13:44
Mazzette e favori per il nuovo stadio: "In 15 a processo"
LA REPUBBLICA (G. SCARPA) - In quindici a processo, accusati di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dello stadio della Roma, progetto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. È questa la richiesta inoltrata ieri dalla procura al gip. I pm hanno messo nel mirino nomi di spicco dell’imprenditoria e politica romana come il costruttore Luca Parnasi e gli esponenti di Pd e Fi, Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Davide Bordoni. Il 10 dicembre, in un altro filone della stessa inchiesta, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo - sempre coinvolti nell’affaire del tempio giallorosso - tra cui l’avvocato genovese Luca Lanzalone, voluto al vertice di Acea dalla nomenclatura pentastellata. Tutto questo mentre, martedì scorso, la sindaca Virginia Raggi aveva annunciato il via libera ai cantieri. Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. Gli avvisi sono stati notificati all’imprenditore Parnasi ritenuto dagli inquirenti “il capo e organizzatore” dell’associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50% delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale.
Con il costruttore rischiano di andare a processo, per i vari profili penali, i suoi stretti collaboratori della società Eurnova ma anche l’ex vicepresidente del Consiglio della regione Lazio, Adriano Palozzi (Forza Italia), l’ex assessore regionale, Michele Civita (Pd), il capogruppo Fi in Campidoglio Davide Bordoni e il soprintendente ai beni culturali, Francesco Prosperetti. Nella richiesta di rinvio a giudizio non compare il nome di Luca Alfredo Lanzalone, ex presidente di Acea, e altra figura-chiave nella maxinchiesta. Per l’avvocato genovese vicino al M5S l’aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Barbara Zuin, il 10 dicembre scorso, hanno chiesto ed ottenuto il giudizio immediato: si tratta del rito con cui si bypassa l’udienza preliminare. Con lui a processo anche il collega di studio, l’avvocato Luciano Costantini e Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Istituto di previdenza dei dipendenti del Campidoglio. Va verso l’archiviazione invece la posizione dell’ex capogruppo grillino in Campidoglio Paolo Ferrara, accusato all’origine di corruzione.
Nel procedimento resta aperto il filone che riguarda il finanziamento alla politica: i circa 400 mila euro, che Parnasi, per sua stessa ammissione, ha garantito alle fondazioni vicine al Pd e Lega. Su questo fronte le indagini, condotte sul campo dai carabinieri di via In Selci, andranno avanti nelle prossime settimane nel tentativo di trovare conferme a quanto fatto mettere a verbale da Parnasi in vari interrogatori. Nel filone principale al costruttore si contesta di essere stato a capo di un sodalizio che ha commesso «una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali». In questo ambito il costruttore aveva proprio in Lanzalone un referente di primo piano. Gli inquirenti sostengono che l’avvocato genovese abbia svolto un’attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente per il Campidoglio, targato Cinquestelle, nella trattativa per il nuovo impianto sportivo, ma anche da presidente di Acea. Per quanto riguarda la posizione di Prosperetti i pm scrivono nel capo di imputazione che ha «abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale». Alla luce della richiesta di processo, il Mibac ha chiesto le carte alla procura per verificare se ci sono gli estremi sia per la costituzione in giudizio sia per eventuali misure cautelative. Dal canto suo il soprintendente si dice «estraneo».