La penna degli Altri 01/02/2019 14:13
M5S, aumentano i malpancisti: “Che c’entriamo con l’opera”
IL MESSAGGERO - «Vediamo se anche questa volta ci tocca leggere i giornali». La riunione di maggioranza convocata stamattina ha uno scopo bene preciso: calmare le acque sul parere del Politecnico arrivato a Palazzo Senatorio e di cui i consiglieri non sanno nulla. Quando è stato commissionato avevano un'idea chiara di cosa servisse, i paletti oltre il quale non è il caso di andare e le prescrizioni politiche e ambientali per arrivare a un'opera accettabile.
I MALDIPANCIA - «Perché un progetto con quell'impatto devastante come può esser fatto davvero bene?», commenta una consigliera che non si fida più da un pezzo degli hashtag.
I maldipancia ci sono. I profondi dubbi sull'opera coinvolgono ampie fette della maggioranza a Palazzo Senatorio. C'è la presidente della Commissione Lavori Pubblici Alessandra Agnello, c'è la vicepresidente della Commissione Bilancio Monica Montella e anche la Presidente della Commissione Politiche Sociali Agnese Catini. Tutte accomunate da un unico grande punto interrogativo: «Ma noi come M5S che c'entriamo con un'opera così?». Nelle cinque stelle che compongono il logo storico del Movimento infatti non ci sono gli affari calcistico-immobiliari. Perciò i consiglieri si accostano alla pratica Tor di Valle controvoglia, senza entusiasmo, soprattutto dopo i rilievi della magistratura. Raffaele Di Nardo, consigliere M5S del Municipio IX, ha sintetizzato così: «Trasporti e stadio sono legati, gli studi migliori sono pervenuti dalle intercettazioni».
E poi c'è pure chi lo dice apertamente perché può: non è più consigliere comunale e su certe cose parla a cuor leggero. È Alisia Mariani che interpreta il sentire degli ex colleghi a cui invece è stato imposto il riserbo più totale sul dossier Tor Di Valle.
A CUOR LEGGERO - Lei, non avendo più incarichi (ma si vocifera di una sua candidatura alle Europee), e sapendo bene quanta fatica costerà ai consiglieri digerire la variante urbanistica che non ha nulla a che vedere con i principi originari del M5S, già quando era arrivata la bozza del parere del Politecnico che parlava di esiti viabilistici catastrofici aveva sbottato così: «I proponenti ci hanno ingannato, i pareri tecnici erano edulcorati.....Siamo stati palesemente raggirati». E come lei la pensano in tanti nel M5S. Anche se sono tenuti completamente all'oscuro dei rapporti tra Comune e società proponente.
Mariani l'aveva buttata là così: «È tempo di lasciar andare lo Stadio della Roma». E prendeva in prestito le parole di Gio Evan: «C'è un tempo per insistere e un tempo per lasciar scorrere. Possa tu sempre riconoscerli. E questo è il tempo di lasciar scorrere», scriveva. L'inchiesta ha lasciato il segno con arresti eccellenti e abbandoni eclatanti come quello di Cristina Grancio e i consiglieri, soprattutto nelle ultime ore, se lo chiedono: «Perché insistere? Siamo stati votati per risolvere problemi ordinari, concreti, quelli della gente di tutti i giorni. Gli stadi non fanno parte di questa missione», confida un consigliere poco appassionato di calcio e di stadi.