La penna degli Altri 05/02/2019 13:30
La mail del dg ai dirigenti: «Non serve che andiate in commissione trasparenza»
IL MESSAGGERO (S. PIRAS) - Dove nasce l’ammutinamento di ieri? Sul telefono dei dirigenti che si occupano del dossier stadio c’erano diverse chiamate senza risposta venerdì pomeriggio. Così alle cinque meno dieci prima che gli uffici del Comune si svuotassero per celebrare il weekend il direttore generale Franco Giampaoletti che era rimasto ad aspettare all’altro capo del telefono una risposta, ha pensato bene di premurarsi inviando una mail con l’oggetto scottante: «Commissione trasparenza 4 febbraio». «Gentilissimi, avendo provato a contattarvi senza successo nel pomeriggio provo a inviare intanto un primo messaggio», la mail esordisce così. E continua facendo cenno alla convocazione di ieri mattina: la commissione Trasparenza indetta da Marco Palumbo con un solo argomento all’ordine del giorno: «Progetto nuovo stadio della Roma». Il dg scrive: «Il nostro Ente ritiene opportuno limitare la partecipazione alla parte politica». Cari dirigenti, sarebbe meglio che voi non andiate. La parte politica, ovvero i consiglieri di maggioranza, in forte difficoltà e in mancanza di un dirigente a sostenere l’impalcatura ideologico-amministrativa sullo stadio, hanno seguito il suggerimento rivolto ai dirigenti e hanno disertato anche loro.
I DUBBI - La mail si conclude dicendo che in caso di dubbi il direttore li contatterà personalmente lunedì mattina (ieri mattina, ndr). Il presidente della Commissione Trasparenza, il dem Marco Palumbo, alza le mani: «È una mail del tutto irrituale, è inaccettabile». E sta già confezionando una denuncia da portare in Procura. «Giampaoletti ha sostanzialmente precettato i dirigenti comunali invitandoli a non partecipare alla seduta di commissione sullo Stadio. A nome di chi parla Giampaoletti, forse di terzi estranei all’amministrazione? Appropriandosi della paternità del ‘nostro ente’, ritiene quindi che il Comune di Roma sia suo? Forse dimentica il meccanismo del processo democratico e amministrativo in un ente locale, dove il ruolo dei dirigenti dovrebbe mantenersi ben separato da quello della politica». Ma su questa storia rigori, fischi e fuori gioco non sono più una notizia.