La penna degli Altri 28/01/2019 16:14

IL PUNTO DEL LUNEDI' - CARMELLINI: "Sindrome giallorossa" - GARLANDO: "Roma presa a pallonate dall'Atalanta" - DELLA PALMA: "Domenica di ordinaria follia"

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LAROMA24.IT - "Per la Roma è stata una domenica di ordinaria follia" è questo il commento di Alberto Della Palma sul 'Corriere dello Sport' che fotografa in pieno la gara della Roma a Bergamo contro l'Atalanta. "La squadra di Di Francesco proprio non riesce a superare limiti e difetti che ne stanno segnando il cammino. Lo splendido 2° tempo dell’Atalanta non basta a giustificare l’inguardabile ripresa e il modo brutale con cui ha subìto la rimonta" aggiunge Massimo Caputi su 'Il Messaggero', a cui fa eco Tiziano Carmellini su 'Il Tempo': "Si può parlare di una vera e propria sindrome per i giallorossi che a Bergamo, per l'ennesima volta (la quarta appunto), hanno rischiato di perdere una partita per lunghi tratti dominata e che comunque a un minuto dall’intervallo vincevano tre a zero".


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola


IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

È stato un turno folle. Tra raffiche di gol e rimonte, ha toccato l’apice all’Olimpico. In una manciata di minuti, La Lazio è passata dall’impresa alla beffa. Per 75’ minuti ha messo sotto e dominato la Juventus come mai nessuno prima in campionato. Determinata, spregiudicata e fluida nel gioco la squadra di Inzaghi aveva annichilito i bianconeri, nel 1°tempo addirittura incapaci della benché minima reazione. Se mai ce ne fosse stato bisogno, ieri abbiamo avuto la conferma della disarmante forza della squadra di Allegri. Un ulteriore e avvilente segnale di quanto siano impotenti le sue avversarie. Per la squadra di Inzaghi è un duro colpo, può rappresentare il bivio della stagione: prendere slancio dall’ottima prestazione o sprofondare nella depressione. La Lupa invece perde il pelo, ma non il vizio. La Roma ha confermato la sua instabilità, perdendo l’ennesima occasione per dare una svolta al campionato. La squadra di Di Francesco proprio non riesce a superare limiti e difetti che ne stanno segnando il cammino. Lo splendido 2° tempo dell’Atalanta non basta a giustificare l’inguardabile ripresa e il modo brutale con cui ha subìto la rimonta. La rete del3-3,presa pochi secondi dopo il rigore fallito da Zapata, tra i tanti gol assurdi subiti, ricorda quello grottesco del 2-2 a Cagliari. L’incapacità di gestire e reagire a tali situazioni è di tutti, compreso l’allenatore che, come allora in Sardegna, ha sbagliato i cambi. Con l’avvio del girone di ritorno anche l’Inter sembra vittima dei soliti difetti. Il 3°posto non è più così sicuro, la lotta Champions si arricchisce d’incertezza.


LA GAZZETTA DELLO SPORT (L. GARLANDO)

[..] Visto quanto ha costruito ieri l’Atalanta che ha preso a pallate la Roma? Ecco, se l’Inter non riprenderà in fretta a produrre gol e gioco, il vantaggio sulla quinta smetterà presto di essere rassicurante, perché dietro c’è chi gioca e risale. L’Atalanta, dicevamo, splendida protagonista della domenica. Dopo un primo tempo di ingenuità difensive e offensive, la Dea si è scagliata sulla Roma con una rabbia agonistica che Spalletti non ha quasi mai il piacere di riconoscere nei suoi. Perché? Orgoglio e automatismi tattici che portavano al tiro ogni 5 minuti: il contrario dell’Inter di Torino. L’Atalanta ha rimontato 3 gol e meritava il quarto. Ma occhio a non buttare via la Roma di Bergamo. Ok, si è spenta di brutto, una nuova plateale prova di immaturità. Ma Dzeko non segnava dal 6 ottobre e ha saldato con Zaniolo un’intesa che può far ricco Di Francesco. Due cose sul ragazzino. Prima: assist di petto. Se deve fare una mandrakata , la fa utile. Come il cucchiaio-gol. Non colpi di tacco a salve. Seconda: tanti piagnucolano per il ruolo. Il bimbo, che è una mezzala, dopo aver giocato trequartista, è stato spostato in fascia. Decisivo pure lì. I grandi fanno così. La Roma paga la sua gioventù, ma il cinismo con cui ha raccolto i 3 gol è già una spia di crescita. Di Francesco ha troppa qualità in casa per non risalire. Domenica, nello scontro diretto, riproverà il sorpasso-Champions al Milan fallito ieri.


LEGGO (R. BUFFONI)

[..] Da tre punti a zero. La Lazio ha fatto quasi come la Roma, tornata da Bergamo con un allucinante 3-3 dopo essere stata avanti 3-0. Una stagione, quella giallorossa, che sta diventando un viaggio ai confini dell’impossibile viste le tante e clamorose rimonte subìte a cui Di Francesco con questi uomini non riesce a porre argine. Il Milan ringrazia e prepara le valigie: domenica sera all’Olimpico contro la Roma (priva degli squalificati Nzonzi e Cristante) si giocherà un vero e proprio spareggio-Champions.


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

Tre indizi fanno una prova. E la Roma di indizi ne ha mostrati diversi in questa stagione: quattro esattamente. Quindi ora si può parlare di una vera e propria sindrome per i giallorossi che a Bergamo, per l'ennesima volta (la quarta appunto), hanno rischiato di perdere una partita per lunghi tratti dominata e che comunque a un minuto dall’intervallo vincevano tre a zero. Poi la distrazione, il gol del 3-1 e una ripresa tutta di marca nerazzurra, con l'Atalanta padrona del campo e una Roma rimasta inebetita su se stessa. Finisce 3-3 con la Roma che si salva su un rigore mal calciato da zapata al quale però concede il bis 46 secondi dopo: è tutto vero. Così, alla fine il triplice fischio di Calvarese arriva, paradossalmente, come una liberazione per i giallorossi in campo così come
per migliaia di tifosi aggrappati con le unghie al divano di casa. Tutti convinti che la
Roma questa partita l’avrebbe persa. Il bicchiere come sempre è mezzo pieno perché un
punto a Bergamo contro questa Atalanta non è per niente da buttar via, ma è impossibile non pensare anche alla metà vuota. Una zona d'ombra che sembra avvolgere la Roma ogni qual volta va in vantaggio e lo fa magari anche troppo presto. Anche stavolta enormi errori difensivi, grandi «bambole» collettive e un Olsen non esattamente all'altezza delle sua
capacità: a Bergamo ha confermato il momento di calo che si era già intravisto nelle ultime uscite. Tra le note positive ancora una volta la giornata di Zaniolo. Il giovane fenomeno giallorosso fa l'assist di due dei tre gol giallorossi e anche nella ripresa, nel crollo collettivo, è sempre l’ultimo  a mollare. Non male anche Dzeko e non solo per la doppietta che purtroppo non basterà ai suoi per portar via i tre punti. Il primo piuttosto
facile, il secondo invece gol da attaccante vero: fantastica la palla fornita in profondità da Nzonzi. E qui arrivano le note negative, perché oltre al danno (pareggiare una gara quando la stavi vincendo der 3-0 non può che essere definito tale) arriva anche la beffa: molto pesante. Calvarese ammonisce proprio Nzonzi e Cristante che entrambi salterannola sfida di campionato in programma domenica prossima all'Olimpico contro il Milan: praticamente lasciando la Roma senza centrocampo. Di Francesco, che ieri è uscito dal campo sbattendo la testa al muro (sintomatica la frase-sfogo: «Io così divento matto») spera nel recupero di De Rossi per non dover inventare di nuovo. Intanto sta lì a rimuginare sulla grande occasione perduta, perché avrebbe potuto prendre tre punti a tutte le dirette concorrenti per un posto l'Europa che conta. Il pari del Milan e i ko di Inter e Lazio, per una classifica assurda che vede in cinque punti sette squadre: e tutte con una maledetta voglia di Champions.


CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

[..]  Seria la sconfitta dell'Inter, travolta dal combattimento ordinato del Torino e da una formazione continuamente reinventata. Per far giocare Lautaro con Icardi si è spostato l'intero asse della squadra, non risolvendo niente ,e dovendo sempre tornare indietro. E bene chiarire che Lautaro non è un numero dieci, non basta spostarlo di sette metri dietro Icardi per farne un giocatore. Lautaro è un centravanti vero che ha movimenti diversi da Icardi, ama avere un po' di spazio davanti a sé, ama sentire il pallone, ma non è un dribblatore né uno che abbia voglia di fare assist. Cerca la porta, quello è il suo lavoro. E di nuovo mancato nell'Inter il senso della squadra, hanno giocato tutti sotto ritmo, come andasse bene qualunque risultato. Da un punto di vista atletico, della corsa, del piacere di giocare a calcio, il Torino l'ha sopraffatta. C'è stato a tratti come un segnale di sfiducia, come la squadra rifiutasse dentro di sé questo nuovo schema che nasceva solo per essere simmetrico con quello del Torino. Restano anche limiti individuali. Icardi ha segnato 2 reti nelle ultime 9 partite, D'Ambrosio e Dalbert non hanno la qualità per reggere tutte la parti laterali del campo da soli. C'è come una confusione cieca tra la squadra e la panchina, come non si ascoltassero a vicenda. Intanto si riapre la strada al quarto posto. A me sembra che la migliore sia la Roma, ha tanta qualità in più, ma prende troppi gol. Se Piatek si conferma forse tocca al Milan, con o senza Paquetà.


CORRIERE DELLO SPORT (A. DELLA PALMA)

[..] Roma e Inter, hanno vissuto una domenica di ordinaria follia. In vantaggio per 3-0 a Bergamo, i giallorossi si sono fatti raggiungere e quasi sorpassare: Zapata prima del gol aveva addirittura sbagliato un rigore. Di Francesco, in doppio vantaggio, era già stato rimontato dal Chievo, dal Cagliari in nove e dal sbrino, poi battuto nei minuti forali Un problema di testa, come sostiene il tecnico, oppure fisico, considerando che gli infortuni muscolari rappresentano un segnale già inquietante a Trigoria? L'Inter, invece, è sparita a sbrino dopo il pari con il Sassuolo: una squadra inguardabile, soprattutto nella serata in cui Spalletti ha rinunciato a tutti i suoi esterni (due se ne vogliono andare: Candreva e Perisic; uno è rotto: Keim; uno è entrato e si è fatto cacciare: Politano) varando un disastroso 3-5-2. C'è la sensazione che ogni volta che i nerazzurri sembrano pronti a fare il salto di qualità poi crollino sotto il peso di una psicosi che nessun allenatore, dopo Mourinho, ha saputo curare. E intanto la Juve vola verso l'ottavo scudetto consecutivo...