La penna degli Altri 31/01/2019 15:57

IL PUNTO DEL GIOVEDI' - DOTTO: "Un catalogo degli orrori" - LICARI: "7 metri sotto il livello della vergogna"

punto_lunedi

LAROMA24.IT - La sconfitta più brutta, che lascia un marchio indelebile sulla stagione. La Roma esce dalla Coppa Italia, si consegna alla ed esce con un 7-1 che chiama tutti ad una seria assunzione di responsabilità da parte di tutte le componenti.



Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola


GAZZETTA DELLO SPORT (F. LICARI)

Fa un rumore assordante la Roma che affonda sette metri sotto il livello della vergogna. Un risultato che comincia a essere storicamente ricorrente per i giallorossi. La panchina di potrebbe avere le ore contate. La Roma sembra essersi fermata al primo tempo con l'Atalanta. Quasi non fosse rientrata in campo, da allora ha subito uno 0-10 che deve per forza avere motivazioni psicologiche. DiFra avrà compiuto tutti gli errori possibili, schierato un Pastore improponibile, rinunciato a in una partita che non poteva perdere: ma in campo c'era Schick, non uno qualunque. C'era uno Zaniolo ultimo ad arrendersi, quando avrebbe avuto il diritto di crollare per primo, schiacciato non per colpe personali dal confronto con Chiesa. C'era una squadra che non può aver dimenticato improvvisamente come si fa. Errori da principianti (, Cristante), nervosismo da multa (), fragilità e ignoranza tattica inconcepibili, soprattutto nei contropiede subiti. La panchina è a tempo: se domenica all'Olimpico Piatek sarà ancora in versione «Punisher», come contro il di nuovo ridimensionato, il progetto Roma ripartirà con una nuova guida tecnica a pochi giorni dalla . Non bene.



CORRIERE DELLO SPORT (G. DOTTO) 

E ora che s’inventeranno a Trigoria per convincersi che si può andare avanti così? Peggio, molto peggio di Manchester, dove a umiliarti erano almeno fenomeni. Quando il nemico incalza assassino, la tattica è fingersi morti. A questa Roma riesce benissimo, ma non è bastato a salvare la pelle. Non resta che essere solidali con gli unici autorizzati a “diventare pazzi”, i tifosi della Roma, sebbene si stia molto impegnando anche a Firenze a fornire una versione credibile di allenatore psicastenico, sull’orlo sempre più sottile di una crisi dove vola di tutto […]. “Ditemi voi cosa devo fare...”, invoca Eusebio commovente. La risposta ce l’avremo, ma la lasciamo al suo ritenersi in diritto di “campare” a oltranza come allenatore contro ogni evidenza […]

E cosa s’inventa in una partita secca da trincea pura e da ultime spiagge? Mette dentro due ballerini, uno stremato, l’altro ricoperto di piume, Pastore e Schick, replicando la scelta assurda di Kluivert nell’assatanata Bergamo. E , molto supposto leader, che fa? S'inventa una botta d’isteria, insultando l’arbitro in faccia con la certezza di farsi espellere. Surreale per surreale, al tramortito Eusebio non resta che ipotizzare un’azione legale nei confronti di Monchi, non potendola fare contro se stesso […]


LEGGO (R. BUFFONI)

Non fu esonerato . Non fu esonerato nemmeno . I 7 a 1 dal 2007 stanno diventando una triste consuetudine in casa Roma. È il terzo dopo quelli subiti da Manchester United e Bayern Monaco. Il ci andò vicino: finì “solo” 6-1 al Camp Nou. Ogni volta, però, all’umiliazione non seguì la defenestrazione dell’allenatore. Probabilmente anche non sarà licenziato e, forse, è giusto così. Dare uno scossone a uno spogliatoio già sotto choc rischia di peggiorare le cose. A Trigoria, quindi, si proverà a far leva sulla voglia di riscatto del gruppo, chiamato già domenica a un match decisivo com’è quello contro il Milan. Perdere contro i rossoneri equivarrebbe avere un piede e mezzo fuori dalla prossima . Basterà a rimettere in linea di galleggiamento la barca giallorossa? Vedremo. Certo è che questo orribile passo falso non potrà non avere ripercussioni sul progetto della Roma che verrà. per assicurarsi un soggiorno lungo a Trigoria avrebbe avuto bisogno di vincere o di andare vicino a vincere la coppa Italia. Non c’è riuscito. Ah già: c’è la da giocare. Ma, oggi, l’augurio migliore che viene da fare è quello di uscire con dignità.