La penna degli Altri 12/01/2019 14:39
Coppia Italia: una maledizione da sfatare. In campo i titolari
LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - La Roma ha dimenticato come si dice “Coppa Italia”, dopo averla alzata per ben nove volte nella sua storia. Quasi una maledizione quel numero “10” che appare irraggiungibile, come se la stelletta a cui darebbe diritto fosse imprigionata in qualche strana macumba calcistica. Macumba che ha bloccato i trofei da mettere in bacheca addosso proprio a una Coppa Italia, l’ultima, quella conquistata nella stagione 2007/08, durante il primo Spalletti. Da allora a Trigoria la bacheca è rimasta miseramente vuota, con il passare del tempo a impolverare scaffali e sogni dei tifosi. Da quel trofeo, non c’è stata nessun’altra vittoria, da ormai quasi undici anni, quindi, con la possibilità in questa stagione di provare a riscattare un buco nero che pesa come un macigno in società. E il cammino stagionale partirà lunedì sera, allo stadio Olimpico, contro l’Entella, sperando che i giocatori non ripetano la figuraccia fatta un anno fa contro il Torino e due contro lo Spezia. In mezzo la semifinale persa contro la Lazio nel 2017, durante il secondo periodo spallettiano, lontana l’eco della finale conquistata dai biancocelesti in un dolorosissimo derby nel maggio del 2013. In pratica la gestione americana è condizionata, in un modo o nell’altro, da una coppa Italia che imprigiona la storia romanista, bloccandola in fresche delusioni e la paura di non riuscire più a vincere nulla. Di Francesco sta lavorando sulla gara con l’Entella (solamente 12mila biglietti al momento venduti), intenzionato a non fare troppo turnover, per non snobbare l’evento. Fuori Manolas e Nzonzi — entrambi infortunati e non al meglio — dentro Schick, che si gioca una maglia con Dzeko. Mentre a Trigoria si lavora sul campo, Baldissoni, insieme allo Slo giallorosso, si è recato ieri in Questura per provare a trovare una soluzione intermedia rispetto alle multe per i cambi-posto che continuano ad arrivare in curva Sud. Il dg della Roma ha proposto che prima di mandare le sanzioni economiche, possa arrivare un richiamo attraverso il club con il nome del trasgressore, che, nel caso dovesse ripetere l’infrazione, sarebbe a quel punto sottoposto alla procedura ordinaria della Questura. In pratica si prova a trovare una fase intermedia in cui è la Roma stessa che si fa interlocutrice col trasgressore prima della procedura ordinaria.