La penna degli Altri 10/01/2019 13:24

Coppa Italia. Come un altro campionato

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IL MESSAGGERO (B. SACCÀ) - Dopo essersi specchiato, naturalmente timido timido, nelle acque delle Maldive, delle Barbados o, nella peggiore delle ipotesi, delle Bahamas, il pallone italiano ora è pronto a rimbalzare per il decollo verso i cieli azzurrissimi del nuovo anno. Del resto all’orizzonte si delinea già il profilo alto della Coppa Italia, che proprio dopodomani aprirà le porte alle squadre di Serie A inaugurando gli ottavi di finale. Partite a turno unico: chi vince vola; chi perde torna a casa a riflettere sulle priorità della vita o, almeno, di una stagione. Il sipario lo solleverà la Lazio, che sabato allo stadio Olimpico ospiterà il Novara. Invece lunedì sarà consegnata alla Roma la scena della Capitale: con la sfida tra i giallorossi e l’Entella. La Juventus campione in carica esordirà sabato sera contro il Bologna in trasferta. Per chi avesse ansie da prenotazioni anticipate, la finale è fissata nel calendario per il 15 maggio: un mercoledì sera, a Roma. Come si ricorderà facilmente, fino a poche stagioni fa, della Coppa Italia si interessavano poco i tifosi, pochissimo gli allenatori, per nulla i giocatori. Quanto ai presidenti, pare che qualcuno neppure ne conoscesse l’esistenza. Tuttavia, per una serie intricata di ragioni, adesso è diventata una competizione appetibile, spesso perfino non trascurata, alle volte addirittura ambìta. Una seconda Serie A. O meglio. Una Serie A2, ecco. Vale la pena di scoprire i motivi. Scavando tra le pieghe del calcio italiano, è un nulla rendersi conto che il campionato – la vera Serie A – non esista quasi più, fagocitata dalla fame di trionfi della Juventus. Per cui è logico che se il campionato si trasforma in un torneo aperto solo dalla terza posizione in giù, la seconda competizione del Paese vira verso una sorta di Serie A parallela. Per capirsi, diventa l’unica occasione di cui l’intera Italia calcistica – Juve esclusa – dispone per sollevare un trofeo. E poi, questo va detto, la Lega Serie A è stata capace nel tempo di rinnovare la formula e ridisegnare l’immagine della Coppa: soprattutto indovinando la ricetta esatta per allestire finali di alto livello allo stadio Olimpico. Così è inevitabile dedurre che, mai come nel 2019, ogni squadra che parteciperà avrà uno stimolo forte a sollevare il trofeo a maggio.

 JUVENTUS I bianconeri di Max Allegri, si diceva, innanzi tutto sognano il triplete, sperando di abbinare la coppa allo scudetto e all’ossessione della Champions League. E, non bastasse, inseguono la quinta coppa consecutiva. Tra l’altro si tratterebbe di un’esibizione mostruosa di potenza senza imitazioni conosciute.

INTER E NAPOLI Intelligenti e esperti uomini di mondo, Luciano Spalletti e Carlo Ancelotti sanno alla perfezione che il campionato non è un giocattolo che l’Inter e il Napoli possono anche soltanto immaginare di vincere. Vietato. Quindi la Coppa Italia è e sarà, da qui a maggio, l’unico possibile territorio di conquista delle due squadre. I partenopei si misureranno subito con il Sassuolo, invece i nerazzurri con il Benevento. A Spalletti, poi, non dispiacerebbe regalare un trofeo alla proprietà cinese del club, rappresentata dal giovane presidente Steven Zhang, 27 anni festeggiati a dicembre. Viceversa Ancelotti aspira alla Coppa perché negli anni ha appreso il segreto dell’importanza psicologica delle vittorie. E confida che un eventuale acuto in coppa possa riverberarsi in una generale crescita della squadra, magari propedeutica alla corsa per traguardi più preziosi. Tipo lo scudetto, esatto.

ROMA E LAZIO La Roma di Eusebio Di Francesco e la Lazio di Simone Inzaghi adesso volano a quote basse, quasi mai al riparo di turbolenze velenose. Vincessero la Coppa Italia, impreziosirebbero la stagione, addirittura le darebbero un senso. Certo, l’obiettivo delle squadre romane, oggi e non da oggi, è la qualificazione alla Champions. Però bisogna anche ricordare che, in particolare, la Roma non vince nulla dal trionfo ottenuto proprio in coppa il 24 maggio del 2008; quasi undici anni. Tanto, tantissimo, troppo per un club così prestigioso.

MILAN Senza nemmeno voler troppo drammatizzare, Gennaro Gattuso sul tavolo verde della Coppa Italia si gioca la sicurezza della conferma nel Milan. Se sollevasse il trofeo, raggranellerebbe una tonnellata di possibilità di conservare la panchina. D’accordo, l’impegno con la Sampdoria promette salite ripide, ma i rossoneri sono attrezzati.

LE ALTRE A rifletterci, il Torino, la Fiorentina, l’Atalanta, il Sassuolo, la Sampdoria e il Bologna in fondo hanno un’unica ragione per conquistare la Coppa: e cioè: centrare la qualificazione all’Europa League. Perché occorre annotare che la squadra che vince il trofeo guadagna l’accesso diretto alla fase a gironi dell’Europa League. E un evento del genere, in quelle realtà, sarebbe celebrato di sicuro con una marcia trionfale in puro stile Champs-Elysees dopo il Mondiale russo.

ENTELLA, BENEVENTO E NOVARA Per loro tre, come scriveva Montale, «un imprevisto è la sola speranza»...