La penna degli Altri 01/12/2018 15:04
Bayram Tutumlu: "Monchi soffre ma resterà"
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Martedì, ora di pranzo, la sera si gioca Roma-Real Madrid di Champions League all’Olimpico, un big match che richiama nella Capitale decine di procuratori, intermediari, faccendieri, ex calciatori. Allo Sheraton dell’Eur c’è Nicolas Burdisso, rimasto a vivere in Italia dopo l'ultima esperienza al Torino che ha chiuso la sua
carriera. Lo stanno tempestando di telefonate per capire cosa è successo a Buenos
Aires prima della finale di Libertadores mai giocata tra il River Plate e il «suo» Boca
Juniors, Burdisso trova comunque il tempo per scambiare quattro chiacchiere sulla Roma, che gli è rimasta nel cuore, ma non è lui il nostro «obiettivo». Nella suite al sesto piano ci aspetta Bayram Tutumlu, un uomo d’affari molto influente nel calciomercato internazionale. Da quando c’è Monchi sul ponte di comando di Trigoria, il manager turco è diventato strategico per sbloccare diverse operazioni della Roma con i club stranieri. Ad esempio: l’acquisto di Under, quello di Olsen e la cessione di Alisson al Liverpool. Tutumlu è nato in Turchia, è personaggio di spicco nella comunità curda e da anni vive in Spagna, a Barcellona. Il suo business principale non è fondato sul pallone, ma su altro: petrolio, gas, edilizia e fast food. «Non ho tempo - ci spiega per dedicarmi totalmente al calcio, ma è la mia grande passione e quando posso do una mano agli amici. Monchi è uno di questi, anzi di più: per me è un fratello». Si sono conosciuti a Siviglia ai tempi di Maradona, ora sono inseparabili. Sigaro spento sul tavolo, spagnolo più che comprensibile e tradotto in inglese dall'efficientissimo assistente David, Tutumlu ha appena congedato Josè Angel Sanchez, il direttore generale del Real Madrid che lo è venuto a trovare in hotel dove alloggiavano anche i ragazzi delle giovanili, ed e reduce da una serata passata insieme a Monchi. E allora,
nella sua camera con vista spettacolare sull’Eur, non vediamo l’ora di farci raccontare più cose possibili.
Come ha trovato Monchi?
«Stanco e stressato. Sta soffrendo molto, basta guardare una sua foto di quando è arrivato a Roma e confrontarla con una di oggi: sembra siano passati venti anni. Qui non ha trovato la situazione che si aspettava, gli erano state raccontate delle cose diverse, la realtà è molto più complicata di quanto credesse. Per vincere nel calcio servono i soldi, lui invece ha dovuto coprire i debiti del passato. Ma con Pallotta ha un’ottima relazione e al suo fianco ha un dirigente fantastico come Baldissoni, un romanista vero pieno di passione, oltre a un’ottima
spalla come Ricky Massara che lo aiuta tantissimo».
Pensa che il direttore sportivo andrà via?
«Adesso no, Monchi non tradirà la Roma. Gli sono arrivate una serie di offerte da grandi club e lui ha risposto a tutti la stessa cosa: "ho dato la mia parola alla Roma e la manterrò". Monchi fa parte del calcio pulito, e un uomo limpido. Io non posso permettermi errori, sono a capo di una famiglia curda di 1omila persone e ci sono tre tipi di uomini che io tengo lontani: bugiardi, manipolatori e traditori. Monchi è tutto l’opposto, forse l’unico direttore sportivo al mondo che non prende soldi dalle operazioni di mercato».
Conosce Pallotta?
«Non personalmente, ma so che è stato lui a dire: prendiamo Olsen". Lo abbiamo portato alla Roma nonostante Robin avesse ricevuto cinque offerte più allettanti da club inglesi, ma avevamo dato la parola a Monchi e l'abbiamo mantenuta. Olsen è felicissimo, ama questi romanisti "pazzi" che seguono ovunque la squadra, un grande acquisto riuscito anche grazie al parere di Pallotta che ha spazzato via i dubbi che c’erano. La Roma ha fatto un grande affare vendendo Alisson a quella cifra. Il Chelsea offriva 55 milioni, il Real si è fermato a 40, io e un altro agente italiano siamo riusciti a far spendere al Liverpool 72 milioni, di cui solo 3 di commissione quando a fronte di una cifra del genere tutti avrebbero chiesto 10 milioni alla Roma».
E Under?
«Ho convinto io il presidente del Basakeshir a venderlo ai giallorossi quando era già fatta col Manchester City. Gli ho consigliato di mandarlo a Roma per il bene del club e del ragazzo, era giusto metterlo nelle mani di Monchi, perché lui saprà quando sarà il momento
adatto per vendere Cengiz. Non ci parlo da un po’, lui sa dove trovarmi se ha bisogno di un consiglio e gli ripeterò: mettiti nelle mani di Monchi e fai tutto quello che ti dice"».
Lo venderà presto?
«Under non sta facendo la sua migliore stagione, quindi non credo sia questo il momento opportuno. Il ragazzo ha molta pressione addosso, sta giocando male anche in nazionale, il turco è un popolo ossessionato dal calcio, non conosce mezze misure, o ti ama alla follia oppure ti affossa. Ogni volta che Cengiz gioca partite importanti con la Roma in Turchîa venti milioni di persone a seguirlo davanti alla tv».
Chi comprerà Monchi a gennaio?
«Non posso dire nulla, se non che gli piacciono due giovani turchi fortissimi. Ma adesso i nomi li tengo per me».
Secondo lei è giusto confermare sulla panchina Di Francesco?
Non lo conosco personalmente, ma Monchi lo difende molto e sarà lui a decidere».
Cosa pensa della Roma attuale?
«Amo Totti e l’ho incontrato a Trigoria. Mi piace tantissimo anche De Rossi, un capitano eccezionale che i compagni adorano: guardate cosa ha fatto con Olsen, quell’abbraccio dopo la vittoria a Torino alla prima giornata e stato importante per Robin. La Roma ha bisogno di figure come Totti e De Rossi».