La penna degli Altri 27/12/2018 16:00

IL PUNTO DEL GIOVEDI' - CARMELLINI: "Schick finalmente dimostra quello che vale. Zaniolo, questione di classe" - CAPUTI: "Gol d'autore di Nicolò" - ZAZZARONI: "Tra i doni di Santo Stefano"

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LAROMA24.IT - La Roma rifila 3-1 al Sassuolo con in bella mostra le prestazioni di Patrik Schick e Nicolò Zaniolo, al primo gol in Serie A dopo una splendida progressione culminata con un elegante pallonetto. "Nainggolan e Zaniolo sono i protagonisti, dentro e fuori dal campo, di una di quelle storie prettamente calcistiche con il potere magico di scatenare dibattiti e opinioni. Nicolò segna un gol d'autore proprio nel giorno in cui Radja, punito, è relegato in tribuna. Il tempo scriverà altre pagine sul romanzo nel quale si è ormai trasformato questo scambio, quanto invece resteranno Nainggolan all'Inter o Zaniolo alla Roma lo dirà solo il calcio mercato", il commento di Massimo Caputi su "Il Messaggero".

Su Schick interviene Tiziano Carmellini sulle pagine de "Il Tempo": "La notizia della serata appunto è il ritorno di Schick che dopo una stagione faticosissima tutta in salita, riesce finalmente a dimostrare tutto quello che vale". "La sicurezza con cui il diciannovenne giallorosso ha messo a sedere la difesa ospite lascia basiti. Un gesto tanto sfrontato quanto naturale: questione di classe. Una freddezza da adulto, altro che baby", il suo pensiero su Zaniolo.

Chiosa Maurizio Crosetti su "La Repubblica": "Ma una cosa a Santo Stefano la vogliamo dire: visto che splendore i gol del vecchio Quagliarella e del bambino Zaniolo? Tacco, cucchiaio e meraviglia. Lampi nella tenebra".


Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.


IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)

Nainggolan e Zaniolo sono i protagonisti, dentro e fuori dal campo, di una di quelle storie prettamente calcistiche con il potere magico di scatenare dibattiti e opinioni. In estate la Roma aveva clamorosamente sbagliato e l'Inter aveva piazzato un gran colpo. Tra Natale e Santo Stefano la società giallorossa è diventata lungimirante liberandosi del belga, mentre il club nerazzurro ha commesso un gravissimo errore nel lasciar andar via il promettente talento italiano. Due città e due tifoserie stanno vivendo la vicenda legata ai due calciatori con stati d'animo contrapposti. L'inizio promettente, poi gli infortuni e le bizze del nerazzurro; la perplessità iniziale, quindi la crescita di rendimento e personalità del giallorosso. Nicolò segna un gol d'autore proprio nel giorno in cui Radja, punito, è relegato in tribuna. Il tempo scriverà altre pagine sul romanzo nel quale si è ormai trasformato questo scambio, quanto invece resteranno Nainggolan all'Inter o Zaniolo alla Roma lo dirà solo il calcio mercato. [...]


IL TEMPO (T. CARMELLINI)

Finalmente Schick. Ci voleva una serata così per l'attaccante ceco, ma anche per la Roma che si ritrova improvvisamente bella davanti al suo pubblico mostrando muscoli e talento giovane. Sono i ragazzini terribili della banda giallorossa a salvare il posto a Di Francesco che dopo questo successo e un po' meno in bilico: anche se per mettere del tutto la "sua" crisi alle spalle deve uscire indenne dalla trasferta in programma sabato prossimo a Parma. Dopo di che si potrà godere qualche giorno di riposo complice la pausa prima del rientro che metterà la Roma di fronte all'Entella per la Coppa Italia. Ma intanto il tecnico giallorosso si può gustare una Roma ritrovata che proprio contro la "sua" ex squadra fa vedere di nuovo cose interessati. Come voglia, ma anche come qualità.

La notizia della serata appunto è il ritorno di Schick che dopo una stagione faticosissima tutta in salita, riesce finalmente a dimostrare tutto quello che vale. Qualcuno dirà: ma non avevamo mai avuto dubbi. Falso, perché lui stesso forse a un certo punto aveva iniziare a dubitare, infilato come era nell'incubo giallorosso. Un vestito attillato cucito addosso che gli è andato via via sempre più stretto con il passare delle delle giornate soprattutto dopo l'infortunio di Dzeko: perché fin lì non è che avesse avuto molte chance per mostrare il suo valore. Ma una volta indossata la maglia da titolare per più di una partita consecutiva, due, tre, sono iniziati i problemi: quelli veri.

Però l'uno-due al Sassuolo li ha spazzati via. Su di lui il fallo da rigore che sblocca la Roma (Perotti al rientro da li non sbaglia), così come suo il gol del raddoppio che manda in orbita l'Olimpico. Insomma è girata e il segnale che la dea bendata sia tornata a sorridergli arriva a un certo punto della serata. Suo il rimpallo difensivo, in una partita a tuttocampo, con la palla che svigorla sulla traversa entrando in porta: anzi no, resta «out» per questione di millimetri come la "goal-tecnology" dimostrerà poco dopo. Frazioni, momenti, spazi impercettibili che probabilmente in un altro momento avrebbero misurato la distanza della disperazione. Dulcis in Zaniolo. La ciliegina sulla torta che rende ancora più dolce le feste dei romanisti. Primo gol del giovane arrivato nel mercato estivo a margine dell'affare Nainggolan. Un gol che mancava ma era nell'aria. La sicurezza con cui il diciannovenne giallorosso ha messo a sedere la difesa ospite lascia basiti. Un gesto tanto sfrontato quanto naturale: questione di classe. Una freddezza da adulto, altro che baby. E con lui la Roma fa sedici: come gli uomini che è riuscita finora a mandare in rete. Come lei, in tutta Europa, solo il Borussia Dortmund. Curiosità, dettagli, come i punti di ritardo dal Milan quinto: ora solo due ma quattro quelli che Di Francesco & Co. hanno rosicchiato a Gattuso nelle ultime gare. Lì davanti c'è ancora tanta roba, la Champions resta lontana ma la strada è lunga e nulla è perduto... a patto che sabato a Parma la Roma non sbagli di nuovo.


LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)

Probabile che Santo Stefano abbia deciso di andare al cinema, come da tradizione, piuttosto che seguire questa bella giornata di calcio. O magari lui preferisce giocare a Taboo in famiglia, o forse seguire la Premier League (lassù dove il santo vive, tutti i canali si prendono senza decoder). Qualunque cosa piuttosto che assistere ai buuu razzisti, alle polemiche incrociate su arbitri e dirigenti, alle espulsioni di giocatori un po' provocati e molto immaturi, ai cinque millimetri di un pallone che forse era in porta o forse no. Nel Paese della Nutella un pomeriggio da non ricordare o invece sì, per non ripeterlo. [...] Ma fanno ancora più male gli ululati contro la pelle di un ragazzo di colore, nel 2018, ancora!, e a Milano poi, una città che quando corre e produce e inventa non sembra neanche Italia tanto è avanti, ma poi sa finire in questi pozzi di letame. Probabile che Koulibaly, fino a quel momento il più bravo, sia crollato e abbia seguito l'istinto di quella fesseria di applauso all'arbitro perché esasperato. Quando fermeremo finalmente una partita per questa vergogna? Resta il fatto che per un gesto del genere si va fuori, stop. Si va fuori anche quando non si riesce proprio a mantenere il controllo di sé stessi. Peccato, perché il Napoli è molto più di questo. Ma una cosa a Santo Stefano la vogliamo dire: visto che splendore i gol del vecchio Quagliarella e del bambino Zaniolo? Tacco, cucchiaio e meraviglia. Lampi nella tenebra.


CORRIERE DELLA SERA (M. SCONCERTI)

La Juve guadagna punti anche quando non vince. L'errore grande stavolta lo compie Koulibaly quando applaude l'arbitro che lo ammonisce. E quasi un errore freudiano: Koulibaly reagisce perché colpito nell'onore di essere stato superato da Politano in velocità, sul piano fisico, cioè il suo campo. E magari anche perché innervosito dai cori razzisti. In dieci, senza il suo uomo migliore e il suo ultimo confine, il Napoli finisce per perdere una partita buona e accademica, tra avversari bravi, mai irresistibili. Finisce così il primo Boxing Day italiano, curiosità natalizia dovuta alle televisioni le quali si sono industriate nel dire che tutto ha funzionato benissimo, quindi si può fare anche in Italia. Certo che si può fare, chi lo impedisce? Va capito solo se è più gradevole giocare tre volte nella settimana delle feste per tenersi a gennaio 20 giorni di niente, o è preferibile una settimana di sosta per tenersi libere le feste. Sono problemi esistenziali, lo capisco, ma siccome riguardano la gente, i clienti, viene da chiedersi perché a tutti è stato chiesto un parere tranne che a loro. Dolce e Gabbana per un errore di marketing in Cina hanno speso un miliardo e mezzo in scuse. Da noi si spendono 70mila euro per far seguire giornalisti e propri impiegati sospettati di scambiarsi notizie (vedi causa Fassone-Milan). II tifoso è diventato fruitore, centro motore di tutta l'industria, paga biglietti e abbonamenti televisivi, compra magliette e sciarpe, è suo tutto il denaro ma non conta ancora niente, non ha diritto a una spiegazione. Per esempio: chi ha dato via Zaniolo? [...]


CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)

Gli ululati razzisti preceduti dai soliti cori e l’espulsione di Koulibaly verosimilmente condizionata dalle offese ricevute da una parte della curva; la sospensione temporanea richiesta tre volte e mai ottenuta; i calci di frustrazione (Insigne a Keita) e la rissa alla fine di una partita caricata a pallettoni: a San Siro, nei minuti conclusivi, il senso del Boxing Day è stato tristemente stravolto, più contatti proibiti che calcio di Santo Stefano. Avrei preferito scrivere del gioco [...] Il Boxing Day ha detto altre cose. [...] La scatola dei doni di questo Santo Stefano 2018 contiene anche lo scavetto di Zaniolo, la contropartita d’oro (milioni il valore attribuitogli dall’Inter, che l’aveva pagato 1 e 2, nell’affare Nainggolan) e il colpo di tacco di Quagliarella che ormai gioca in versi. Di purissima tecnica.