La penna degli Altri 06/12/2018 15:45
Ancelotti e il ricordo dell'aggressione dei tifosi laziali al Flaminio nell'83: "Da Liedholm ho imparato la serenità"
GASPORT - Dal presente al passato, dal campionato in corso alle ambizioni future il tecnico del Napoli, Carlo Ancelotti, si racconta in una lunga intervista al quotidiano sportivo, a firma Walter Veltroni. Tra gli episodi ricordati da Ancelotti anche uno su Liedholm quando l'attuale tecnico dei partenopei militava con la Roma. Queste le sue parole:
Infatti lei trasmette da sempre questa idea di serenità. Vedo tanti suoi colleghi che invece sono dominati dallo stress...
«Sì, quello dipende dal mio carattere. E il carattere non è solo Dna. E’ la somma dell’indole e delle esperienze della vita. E’ un fatto storico, si potrebbe dire. Il mio papà era molto tranquillo, era un contadino, sapeva dominare le conseguenze delle gelate sul raccolto e io sono cresciuto guardando il suo rapporto con la terra, le stagioni, gli animali. E già lì Dna ed esperienza si fondevano... Il mio primo allenatore è stato Liedholm, tutto l’opposto dello stress. Una volta al Flaminio i tifosi della Lazio ci hanno ammazzato di botte, ci tiravano le pigne sul pullman. Noi eravamo per terra sanguinanti, lui è salito sul pullman e ha detto: “Ragazzi tutto bene? Cosa succede?”. Io da lui ho imparato uno dei sentimenti più difficili da conoscere e conservare, la serenità».
L'episodio cui Ancelotti fa riferimento è un match amichevole tra Lazio e l'Under 21, che terminò 1-1, del 30 marzo 1983 con la Roma, presente per assistere alla partita, che fu aggredita da "teppisti laziali", come riportano le cronache dell'epoca, al Flaminio. Dopo i tafferugli, Liedholm decise di portare via i romanisti, ma, con il pullman ancora distante, 200 laziali aspettarono i giocatori al parcheggio, giocatori che erano senza scorta, e li aggredirono con i sassi. Di Bartolomei e Di Mauro ne uscirono con dei tagli in fronte, Nela, Chierico e Iorio, invece, rimediarono calci e pugni. L'unico risparmiato fu proprio il tecnico giallorosso.
Le altre parole di Ancelotti:
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Ricordi la tua prima partita all’Olimpico?
«Era il ’79. Liedholm, appena arrivato, mi fa giocare. Dopo un minuto Bruno Conti va al cross da sinistra, mette la palla sul secondo palo, io sono dentro l’area, Pruzzo la schiaccia. Albertosi la para e la mette lì, ad un metro da me. Mi sono detto “Adesso faccio gol”. Era un minuto che giocavo. Ho pensato, lucidamente: “Vado sotto la curva, mi tolgo la maglietta e mi butto per terra”. Tiro in porta e Albertosi, nel tirarsi su, la prende con la testa e la butta fuori. Quella partita è finita 0 a 0. Una vergogna...».
Ricordi un episodio di Liedholm?
«Una volta eravamo in ritiro a Brunico e un tifoso la mattina, con attitudine da delatore, spiffera indignato al mister che c’erano stati giocatori al bar fino all’una di notte. Lui lo guarda e dice: “Strano, ho detto a tutti di rientrare alle due!”».