La penna degli Altri 27/11/2018 15:18

Zeman, giù la maschera: tifo Lazio

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IL TEMPO (F SCHITO) - Una vita di diatribe, sfottò e scommesse. Ma Zdenek Zeman sarà della Roma o della Lazio? Le domande rimbalzano tra le due tifoserie capitoline da almeno vent'anni. In realtà il boemo si era già sbilanciato in passato verso i biancocelesti ma ora rincara la dose. In un'intervista rilasciata a Denik Sport in cui ha raccontato larga parte della sua carriera, si è confessato anche in merito al legame affettivo con le due squadre romane: «Ho amici di entrambe le squadre, però il mio cuore batte di più per la Lazio». Dopo gli anni che lo hanno consacrato in Italia con il Foggia dei miracoli, Zeman approda nella capitale per sedere sulla panchina biancoceleste nel 1994 e ritrova a Formello due dei tre attaccanti che avevano entusiasmato a Foggia: Signori e Rambaudi. Le prime due annate alla Lazio sono da incorniciare: un secondo e un terzo posto. Poi, nel gennaio del 1997, arriva l'esonero. All'inizio della stagione successiva il boemo fa quello che pochi prima di lui avevano fatto: cambia sponda del Tevere e si trasferisce a Trigoria: «Mi hanno chiamato dalla Roma quando ero a Praga. Quando sono arrivato all'aeroporto, ho incontrato alcuni tifosi della Lazio che mi hanno detto che avevo ragione e che potevo andare alla Roma. Normalmente non succede perché c'é un'enorme rivalità. Quando ho perso contro la Lazio nel mio primo derby, i tifosi della Roma mi hanno detto che ero un laziale».

Quell'anno il boemo di derby ne perse quattro. Eppure pian piano, in casa giallorossa conquista tutti, dal primo dei giocatori all'ultimo dei tifosi. Un rapporto speciale lo instaura con Francesco Totti (in un'epica intervista dichiarò "I cinque giocatori più forti del mondo? Totti, Totti, Totti, Totti, Totti"), suo gioiello più prezioso. Gli cambia ruolo mettendolo esterno a sinistra e passa alla storia per una preparazione fisica tremenda fatta di corsa, gradoni e verdure bollite. Eppure l'amore viscerale con il numero 10 giallorosso non cancella la simpatia verso i biancocelesti: «Posso dire che ho pianto quando stavo per lasciare la Lazio. I tifosi stavano mettendo insieme una petizione per non farmi andare via. Ero molto più giovane, quindi è stato molto difficile per me. Non è stato cosi invece quando ho lasciato la Roma, avevo capito che il presidente voleva cambiarmi per Fabio Capello». A Roma è tornato di nuovo, ma quella è un'altra storia.