La penna degli Altri 15/11/2018 14:27
Per il colpo in casa di Nainggolan prima condanna a 2 anni in carcere
LA REPUBBLICA (F. SALVATORE) - Un furto lampo studiato nei minimi dettagli. La perlustrazione iniziale, l’osservazione, il pedinamento e l’appostamento. Quindi il blitz durato appena ventisette minuti. Così l’8 aprile del 2016 è stata svaligiata la villa dell’ex calciatore della Roma Radja Nainggolan, a Casalpalocco. Un colpo nel quale sono stati portati via preziosi per oltre 500mila euro: orologi di pregio come Rolex e Patek Philippe, gioielli Swarovsky e una sfilza di anelli e collane in oro e brillanti. Nonché contanti per 33mila euro.
Ieri uno dei responsabili di quel furto è stato condannato a 2 anni di reclusione in abbreviato. Si tratta di Valentino Nikolin, 26 anni, componente di una famiglia sinti di origine macedone residente a Bergamo, specializzata in furti in abitazioni. Per il fratello, il padre e la sorella, anche loro accusati di furto, il processo proseguirà con il rito ordinario. A introdursi in casa del centrocampista, oggi in forza all’Inter, sono stati i due figli, in compagnia di una terza persona che non è stata identificata. Il padre, invece, nei giorni precedenti al furto, era andato in perlustrazione nell’isolato dove abitava il calciatore per studiare le abitudini e i movimenti della vittima e della moglie. Due mesi dopo il furto il capofamiglia era finito in carcere mentre i figli ai domiciliari su disposizione del gip e richiesta dei pm Roberta Capponi e Nadia Plastina. La loro villa nel bergamasco era stata perquisita dagli agenti del commissariato Trevi ed era stata recuperata parte del bottino.
Secondo la ricostruzione della polizia, che si è servita delle telecamere a circuito chiuso della villa, sarebbero entrati in tre nell’appartamento, mentre il papà aspettava all’esterno: hanno scavalcato il cancello e poi tentato di entrare da una finestra. Quindi, viste le difficoltà, hanno cambiato idea e forzato la serratura della porta d’ingresso con un cacciavite. Tra l’altro il calciatore non aveva neanche chiuso con una mandata la serratura. Una volta dentro sono andati diretti al primo piano, senza poi spingersi altrove, e puntato la cabina armadio situata davanti alla camera da letto dei coniugi, all’interno del quale hanno trovato orologi e gioielli oltre a scarpe e cappelli col nome del calciatore e il logo della As Roma.
Tutto studiato. Probabilmente Nainggolan potrebbe essere anche stato anche pedinato quella sera (il palo però non è stato identificato). Il giocatore, infatti, dopo le 21 ha raggiunto la moglie in un ristorante, per poi uscire dal locale un’ora e mezza dopo, avvicinandosi alla sua auto, ma solo momentaneamente. Una mossa, comunque, che avrebbe messo in apprensione i ladri i quali, proprio in quel momento, in quattro e quattr’otto si sono dati alla fuga. Il calciatore e la moglie saranno sentiti alla prossima udienza del processo, in calendario per giugno, che vede imputati i tre restanti componenti della famiglia.