La penna degli Altri 29/10/2018 15:09
Roma, un muro dopo il gol. L'ultimo respiro è Mertens
LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - Poteva pagare un prezzo ancor più caro il Napoli, ma alla fine il pari con la Roma (1-1) e pur sempre un favore alla Juve che comunque sul big match del San Paolo guadagna altri due punti. La Roma stava per centrare la terza vittoria consecutiva in trasferta in casa del Napoli, se non fosse che Mertens sul finale ha rimontato il gol di El Shaarawy che la Roma ha difeso per quasi l'intera partita. Risultato salomonicamente giusto, ma che ci dice come sia difficile accendere e spegnere l'interruttore quando si gioca anche la Champions. C'erano ancora negli occhi le belle partite europee di Napoli e Roma. II pari del Napoli a Parigi anche più pesante e autorevole della vittoria della Roma sul Cska. Né Ancelotti, né Di Francesco si sono discostati molto da quelle squadre. Ancelotti ha subito rimesso dentro Insigne, uomo gol indispensabile, dopo essere stato costretto a sostituirlo col Psg. Per mettergli al fianco, invece di Mertens, Milik, poco incisivo e ben bloccato da Olsen. Tanto da invertire poi la mossa, tornare alla configurazione parigina e trovare così anche il gol salva partita. Anche Di Francesco ha sistemato qualche dettaglio in difesa: a Fazio ha preferito Juan Jesus e ha dato fiducia a Santon, lasciando un Florenzi in panchina, per poi rimetterlo dentro al posto di Under per coprire meglio la difesa. Ma entro la fine del primo tempo avrebbe già dovuto sostituire un De Rossi zoppicante, e che soffre le partite a ripetizione. A causa del Var in panne la partita è cominciata con oltre 7' di ritardo e senza moviola virtuale. L'autoparlante ha dato l'annuncio, il pubblico ha esultato divertito, Insigne e De Rossi si sono messi a ridere. A calcio si è giocato comunque fino quando tutto e tomato consolantemente al suo posto.
Il Napoli ha giocato a buon ritmo, praticando un bel calcio, a-dando via in serpentina con Fabian Ruiz, schiacciando la Roma dietro, provandoci subito con Milik e soprattutto Insigne. Era come se giocasse a distanza contro la Juve, mostrando meno ruggine della squadra prima in classifica e trascinata da Ronaldo. Ma senza lo stesso cinismo e senza avere un pari campione. La Roma è stata più velenosa non appena è riuscita a distendersi e a sorprendere il Napoli, Dzeko ha acceso la miccia, ha aggiustato il tiro e trascinato via i difensori permettendo a Under di innescare l'azione e a El Shaarawy di fare un gol importante. Che scacciava subito le angosce per una trasferta difficile, in cui la Roma ha una buona recente tradizione, ma che veniva anche dopo il tracollo con la Spal. Il Napoli non ha mostrato la stessa brillantezza del 2-2 col Psg, per questione di dettagli, di attimi, di intese al di sotto del limite della perfezione. Hamsik alla partita che lo eguaglia a "Palo 'e fierro" Bruscolotti (511 presenze) ha messo sul sinistro di Insigne palloni che, dalla nuova posizione di centravanti, ha sparato alto. Robin Olsen, nella sua divisa vintage da ragno nero, spegneva gli entusiasmi napoletani. Il Napoli avrebbe potuto finire ko, se all'improvviso, e proprio al fatidico 90', il tempo non fosse tornato indietro all'epoca sarriana, e la genialità dei tre tenori non avesse generato un gol - Insigne serve da sinistra, Callejon corregge sotto rete, Mertens realizza - che riporta tutto in una normalità ordinaria.