La penna degli Altri 22/10/2018 13:15
Il Calcio si affida a Gravina
IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI) - Gabriele Gravina oggi verrà eletto presidente della federcalcio. Sarà il numero 42 della storia. Non sarà nominato per acclamazione solo perché il regolamento non lo consente. Ha un'ampia maggioranza, frutto di un lavoro fatto nei mesi scorsi. Dal 29 gennaio, quando a vincere furono le schede bianche, ad oggi sono cambiate molte cose. Il commissariamento ha avuto il pregio di unire poli opposti. Tutti compatti o quasi. Ieri infatti è stata una domenica di trame, seppur ormai sempre più fievoli. Qualche telefonata per tentare di convocare una riunione della Lega di A e quella di B prima dell'inizio dell'assemblea elettiva. Il regista? Il solito Claudio Lotito che prova a far sfilare qualche suo amico presidente almeno alla prima votazione in modo da far pesare la sua percentuale come eventuale merce di scambio. Gioco che però per il momento non ha trovato terreno fertile per far germogliare la gramigna. In B fanno da guardia i paladini di Gravina, Bonacina, Setti e il ritrovato Cellino. In A a tenere unito il gruppo c'è il custode Micciché insieme a Preziosi e Campoccia, quest'ultimo sarà coinvolto nella squadra dei riformatori come esperto di diritto.
PRIME MOSSE Tra i primi atti che Gravina farà c'è quello di comporre tre tavoli sulle riforme: una per per il codice dei controlli, una per il codice della giustizia sportiva ed infine una per i campionati. Lotito crea qualche piccola agitazione ma sa benissimo di essere una risorsa per Gravina e per questo non calcherà la mano nella riunione che alla fine produrrà un appoggio unanime o quasi delle due leghe maggiori. Così facendo ne uscirà rafforzato anche il numero uno della Lazio e la sua traballante partecipazione al consiglio federale. La disputa è aperta. Non a caso subito dopo l'elezione il neo presidente federale non convocherà il Consiglio così come consigliatogli dai tecnici della federazione ma aspetterà il collegio di garanzia del Coni, organo di controllo delle elezioni individuato nella convocazione dell'assemblea, per capire chi realmente potrà sedere a farne parte. In serata, subito dopo la nomina e aver salutato e ringraziato il numero uno del Coni, Malagò e il sottosegretario con delega allo sport, Giorgetti (grande sostenitore di Gravina), previsto un incontro privato con il presidente della Fifa, Infantino (si conoscono da anni e si stimano). Tanti gli ospiti illustri dell'Assemblea odierna. Un parterre così non si vedeva probabilmente dai tempi di Carraro. Qualche piccolo timore per il capo dello sport italiano e fresco membro Cio che si aspetta diversi attacchi che gli verranno rivolti per il suo periodo commissariale.
NODI DA SCIOGLIERE Altro tema caldo di oggi è quello che riguarda il dg Uva, sempre più isolato dentro e fuori il palazzo. Sta valutando la strategia migliore con i suoi legali per uscire al meglio dall'esperienza federale e tornare nel suo posto, in aspettativa, al Coni come dirigente statale. E' solo anche il numero uno dei calciatori, Tommasi la cui linea editoriale ha trovato pochissimi concordi. La sua base viaggia in direzione opposta. Invito alla responsabilità è il tasto su cui batterà di più il candidato in pectore della Figc nel suo discorso d'insediamento in cui evidenzierà le azioni da fare già da domani per provare a riportare il calcio sul pianeta giusto. Finora si è vissuto sulla luna.