La penna degli Altri 25/09/2018 14:21
Roma e Di Francesco: si naviga a vista
IL TEMPO (E. MENGHI) - Di Francesco è appeso a un filo. Quanto sottile lo si capirà alla fine di questa settimana, decisiva nel bene o nel male: non uno, bensì due derby attendono la Roma al varco, il livello degli avversari è sicuramente diverso, il «sentire» è diverso, ma la squadra di oggi, quella di Bologna, di Madrid, farebbe fatica a vincere contro chiunque. Frosinone e Lazio possono significare morte o rinascita, la crisi passa da queste partite, con la possibilità che alla fine ci scappi una vittima (sacrificale). Monchi vorrebbe evitare il cambio di allenatore ed è ancora influenzato positivamente dall'annata scorsa, per cui è convinto che si cambierà presto rotta, ma l'ipotesi è stata per forze di cose considerata. Dopo il 2-0 del Dall'Ara i dirigenti si sono riuniti e hanno deciso di confermare Di Francesco, che ad oggi ricorda il Garcia del terzo anno: la rabbia di Pallotta è la stessa (è lui il più infastidito), ma da Trigoria cercano di tenerlo calmo, un po' perche il tecnico non è ancora dato per spacciato e un po' perché non è ancora pronto lo Spalletti di turno.
Baldini si è sentito con Paulo Sousa, attualmente in Cina al Tianjin Quajian, ma più che da uomo fidato del presidente l'ha fatto in qualità di amico del procuratore di Dembele, oggetto principale (ma non l'unico) della chiacchierata, e né il portoghese né Montella sono soluzioni calde al momento. L'idea Conte è affascinante, ma irrealizzabile a meno di follie di Pallotta: è in causa col Chelsea, ha fatto capire di voler restare un anno fermo e gli dispiacerebbe per l'amico Eusebio. In questi casi delicati può cambiare tutto nel giro di poche ore, soprattutto con un Roma-Lazio alle porte: nella gara col Frosinone bisogna assestarsi prima della sfida che è diventata, ancor più del solito, la più importante della stagione. Tre giorni dopo torna la Champions col Viktoria Plzen e non sarebbe certo un buon momento per la rivoluzione, ma ripetere la prestazione di Bologna contro la Lazio potrebbe innescare uno psicodramma forse troppo grande per far finta di niente. Ed è proprio nella testa, che vanno rilevati i problemi più grandi della squadra, annichilita dalla situazione e pure un po' nervosa: durante e dopo la gara di Bologna ci sono stati momenti di tensione tra i giocatori e tra gli stessi e l'allenatore. La scelta del ritiro è stata fatta per responsabilizzare i calciatori, i primi a doversi dare una svegliata secondo la società, che pensava di aver costruito un gruppo fortissimo quest' estate e ora non più) credere ai propri occhi.
Dentro Trigoria stanno cercando di isolarsi dal mondo estemo e di restare uniti, Monchi ha cancellato il volo per Madrid, dove avrebbe dovuto partecipare al World Football Summit, e si è confrontato con Di Francesco mentre seguiva l'allenamento. Alla squadra aveva parlato già nell'intervallo della partita, per questo motivo aveva lasciato la tribuna del Dall'Ara, continuando poi a vedere il match in tv come faceva Sabatini. Il vero faccia a faccia andato in scena ieri non ha riguardato i dirigenti, ma solo il tecnico e i suoi giocatori all'interno dello spogliatoio prima di scendere in campo. Il messaggio: c'è bisogno di veri uomini per riscattarsi. L'unica uscita autorizzata dal centro sportivo è stata la triste processione al funerale dello storico massaggiatore Giorgio Rossi, annullato l'evento al Nike Store con Pellegrini, Dzeko ha raggiunto i compagni in mattinata dopo la serata milanese a cui è andato col permesso del club e solo a metà tragitto ha scoperto del ritiro, in cui si sta cercando di ricostruire il gruppo: mangiano tutti insieme, giocano a biliardo, fanno squadra. Quello che serve, più di ogni altra cosa, per ridare anima a questa Roma.