La penna degli Altri 11/09/2018 13:14
Mancio deluso, l'avvio è choc: "Troppi errori"
IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Il raccolto di Mancini è misero: solo 1 punto in 2 partite di Nations League. E’ settembre e l’Italia già non corre più per la Final Four di giugno. Addirittura peggio è la cinquina: 5 punti in 5 gare. Siamo tornati agli anni Settanta, è la peggior partenza dopo 40 anni. L’Estadio da Luz, anche se non c’è CR7, festeggia il Portogallo che, negli ultimi 10 match, ha superato solo l’Algeria, il Marocco e adesso l’Italia. Gli azzurri da 26 anni e mezzo non battono una big: vittoria contro la Spagna, all’Europeo in Francia, il 27 giugno del 2016. La nazionale di scorta, diversa per nove-undicesimi da quella che venerdì ha affrontato la Polonia a Bologna, va peggio di quella titolare. «Ma i giocatori ci hanno messo tutto», sospira sconsolato Roberto. Che si è però infuriato in panchina per la gaffe di Caldara che ha avviato la ripartenza decisiva per il gol di André Silva: «Anche qui abbiamo pagato i nostri errori. Dobbiamo cercare di limarli. E, al tempo stesso, trovare anche dei rimedi: per vincere bisogna far gol. Resta il nostro problema più grande». Anche perché, con lui in panchina, è la prima volta che gli azzurri restano a digiuno.
VIRATA FINALE Il tentativo disperato, al minuto 34 della ripresa: dentro pure Belotti, accanto a Zaza. La formula con il doppio centravanti è sembrata la scelta più sensata della serata, con il 3° sistema di gioco: «Con loro abbiamo avuto più palle giocabili e quindi più chance. Si sono mossi bene, c’è intesa tra loro: questo è importante». L’Italia rischia la retrocessione nella serie B della Nations League. Ma Mancini, per ora, non si preoccupa: «E’ una realtà, inutile nasconderla. Dobbiamo crescere, c’è poco da fare. Se un ragazzo giovane italiano non gioca ad alti livelli, diventa normale che abbia qualche difficoltà alle prime esperienze internazionali. L’unica strada per fare in fretta: soffrire adesso per correre più avanti. In un mese le cose possono cambiare, a ottobre la squadra avrà una condizione migliore. L’obiettivo rimane lo stesso: preparare il gruppo per qualificarci agli Europei. E se criticano me non è un problema. I giovani invece sono da trattare solo positivamente: sono all'inizio, vanno aiutati e spinti. Penso che il gruppo sia ancora tutto aperto: il Portogallo è favorito, con giocatori di qualità e abituati a giocare queste gare. Noi abbiamo solo due partite da giocare, loro e la Polonia ancora tre. Le difficoltà ci sono, ora le conosciamo meglio. Ma non ci dobbiamo spaventare, la situazione è ancora ribaltabile».