La penna degli Altri 30/09/2018 17:16
IL PUNTO DELLA DOMENICA - DI CARO: "Di Francesco ha ricompattato il gruppo", CARMELLINI: "Adesso il tecnico torna ad essere un fenomeno" - ZAZZARONI: "Derby vinto grazie all'esperienza"
LAROMA24.IT - La Roma vince il derby e muove un altro passo per uscire dalla crisi. Dopo le critiche piovute nelle scorse settimane, adesso Di Francesco torna ad essere il condottiero che ha portato i giallorossi alla vittoria. "Bisogna dare merito a Di Francesco di aver ricompattato il gruppo, aver azzeccato formazione e cambi, e ripresentato una Roma che ha giocato un buon calcio" è il pensiero di Andrea Di Caro, "magicamente, ora Di Francesco torna ad essere un fenomeno. Fino a tre giorni fa in molti lo volevano lapidare, ora dopo Frosinone e derby sono tornati i sorrisi e con questi anche la stima e la fiducia in un tecnico che forse ha pagato anche colpe non sue" puntualizza Tiziano Carmellini. Ivan Zazzaroni invece sottolinea l'importanza dei senatori all'interno di una squadra che sta risentendo della campagna acquisti: "L'ha vinta Di Francesco affidandosi all'esperienza più che alla freschezza, al mercato dell'usato insicuro più che a quello del nuovo: ha escluso tutti i giovanotti di Monchi per dar spazio a undici uomini la cui età sfiorava i 30".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
LA GAZZETTA DELLO SPORT (A. DI CARO)
Poi d’improvviso lei sorrise… Dai film alle canzoni, il 29 settembre, cantato da Battisti – tifoso della Lazio - ora sarà ricordato nella capitale anche per la data di un derby importantissimo vinto meritatamente dalla Roma, che esce dalla crisi di risultati, gioco e identità di inizio stagione. Sorride la Roma, anche se bisognerebbe rimarcare di più il ghigno dei tempi belli, la grinta e quegli occhi tornati feroci. Bisogna dare merito a Di Francesco di aver ricompattato il gruppo, aver azzeccato formazione e cambi, e ripresentato una Roma che ha giocato un buon calcio. Forse l'atteso patto tra uomini è stato finalmente siglato all’interno dello spogliatoio. Grande protagonista un romano e romanista, Pellegrini, talento atteso e sbocciato.
CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)
L'ha vinto Di Francesco ma non l'ha perso Inzaghi. I grandi sconfitti si chiamano Milinkovic-Savic, Parolo e Luis Alberto, la qualità della Lazio, l'anima di una squadra che non riesce a dominare le partite che contano. [..] L'ha vinta Di Francesco piochè nel momento più complicato, quello dello screditamento, dei bilanci di superficie e delle sottovalutazioni, è riuscito a dare scheletro e carne all'imponderabile. Come? Affidandosi all'esperienza più che alla freschezza, al mercato dell'usato insicuro più che a quello del nuovo: ha escluso tutti i giovanotti di Monchi per dar spazio a undici uomini la cui età sfiorava i 30. E allora dentro il plusvalente Santon, inserito con una supervalutazione nell'affare Nainggolan soltanto per consentire alla Roma di raggiungere la cifra che inseguiva; e insieme a Santon Florenzi nella posizione più naturale - Nzonzi e Pastore le uniche concessioni alla discutibile campagna estiva 2018.
Curiosamente ma non troppo Di Francesco ha ottenuto il vantaggio proprio quando, uscito Pastore il trequarti timido per un problema al polpaccio, ha potuto sfruttare un'intuizione spalle alla porta- aridaje col tikitacco - del suo sostituto, il ventiduenne Pellegrini, il bambino della compagnia. [..]
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Il derby ha cambiato le carte in tavola. E in questa roulette russa, quando Di Francesco sembrava aver trovato la quadra del cerchio (questa squadra può giocare solo con 4-2-3-1 e con Pastore a fare il trequartista), perde proprio l ’uomo che aveva finalmente trovato la sua collocazione in campo. Il «Flaco» costretto ad uscire per un problema al polpaccio. Un disastro ?Macché, è la svolta perche' il derby elegge il suo sostituto a uomo della giornata. Pellegrini entra per l’argentino e cambia la dinamica del pomeriggio romanista. Apre con il gol di tacco che potrà raccontare ai nipotini davanti al fuoco tra qualche decennio, poi si procura la punizione che Kolarov (gioca l'intera gara con un dito fratturato) trasformerà nel raddoppio giallorosso e infine mette
sulla testa di Fazio la palla del 3-1 che farà da preludio alla festa dell’Olimpico romanista. Nel mezzo per Pellegrini anche tanta qualità e riscatto, anche per lui, di un avvio di stagione non esattamente esaltante. Ma un passaggio a parte va fatto proprio sul tacco, perché il derby non finisce mai con le sue follie: Pellegrini entra al posto di Pastore che fin qui aveva segnato due fantastici gol di tacco e anche lui la mette dentro di tacco... ma che storia è!?Però è tutta la Roma a mostrare enormi segnali di ripresa. L’incubo intravisto in casa
con il Chievo e materializzatosi nella disfatta di Bologna, ora sembra lontano anni luce e la
classifica fa un po’ meno schifo. La squadra gira, ha finalmente ritrovato il passo giusto e tranne qualche calo di tensione ( imbarazzante quello di Fazio che ha rischiato di costare carissimo alla Roma), si è rimessa in carreggiata. E, magicamente, ora Di Francesco torna ad essere un fenomeno. Fino a tre giorni fa in molti lo volevano lapidare, ora dopo Frosinone e derby sono tornati i sorrisi e con questi anche la stima e la fiducia in un tecnico che forse ha pagato anche colpe non sue. Il messaggio alla squadra è arrivato, scongiurata definitamente la balla che la squadra gli giocava contro e adesso il gruppo è pronto a ripartire. Certo, i punti pesantissimi persi per la strada peseranno come macigni nel cammino in campionato
dei giallorossi, ma la crisi sembra essere alle spalle: e nel migliore dei modi. Con un derby
vinto senza replica, meritatamente: niente sviste arbitrali, niente episodi dubbi. Solo la Roma, con quella sicurezza in campo che i tifosi avevano dimenticato da tempo. Ora avanti cosi, la strada è lunga e già da martedì in Champions sarà di nuovo «vietato sbagliare».
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI)
[..] La vittoria splendida e romanista di ieri si porta dietro un sospiro di sollievo che è quasi un uragano, troppo per non riflettere sia su come e perché la Roma abbia potuto (non) giocare a Bologna o nel primo tempo di Milano e con l'Atalanta e farsi rimontare due gol da chi sta ancora sottozero in classifica; ma insieme fa riflettere (che poi non è una riflessione, sono gli strascichi, gli stress che ci portiamo dietro, le ferite di chi ama troppo - dicono - la Roma) su tutto quello che è stato detto, scritto e vomitato sulla Roma. Criticare sì, prendere per il culo e sfregiare la Roma no. Contestare sì, provare gioia e aizzare a ogni angolo qualcosa di veramente simile all'odio nei confronti della Roma e di ciò che le gira attorno no, contestare soffrendo perché te la stai prendendo con una cosa che è tua sì, provare gioia perché "te l'avevo detto" no. In questi giorni non c'è stata la Roma in campo, ma non c'è stata nemmeno fuori. La Roma non ha mai perso quell'orgoglio smodato, quell'impunità riservata a chi si è sempre sentito privilegiato anche se per 41 anni non ha vinto uno scudetto, pure se tra giugno dell'86 e quello del 2001 ha vinto solo una coppa Italia e visto vincere tutti gli altri, ma che guai a mettere in discussione la Roma come sentimento. Guai. Era l'epoca in cui allo stadio entravano i tamburi, i megafoni e si cantava: «Quando al ciel si alzeran le bandiere...». C'è stato troppo dolore prima e dietro questa partita, che il sospiro di sollievo che ne deriva è un vento che quasi rischia di offuscare una gioia pura come quella di vincere 3-1 segnando di tacco sotto la Nord, una punizione sotto la Sud al minuto giusto (che poi basta co' ‘sta storia, perché significa solo dare dignità a una data e a un minuto che devono amplificare gli altri, non certo chi è romanista) con le barriere che si levano da sole senza prefetto perché basta una finta di Dzeko. Io mi prendo questa gioia da derby, questa gioia semplice e pura, spero che la Roma abbia veramente cominciato la sua stagione, perché con Atalanta, Milan, Chievo e Bologna non aveva nemmeno giocato a pallone, ma soprattutto spero che oggi, adesso, domani, in un giorno che mette il sorriso negli occhi di chi ama la Roma, si ricominci a guardarla come si guarda qualcuno che ami. Come si guarda la Roma. A guardarci fra di noi in un'altra maniera: con la Roma che è innanzitutto e sempre un bene da tutelare dagli occhi invidiosi degli altri. [..]