La penna degli Altri 14/06/2018 14:13
Tangenti, favori e assunzioni: «Senza di me problemi per Raggi»
L’imprenditore Luca Parnasi ormai era lanciato: «Dobbiamo capitalizzare il super rapporto con il Comune di Roma». E parlando con i collaboratori elencava i nuovi progetti da realizzare grazie alle ottime relazioni personali create con alcuni esponenti dei 5 Stelle. (...) È lungo l’elenco di favori e ricompense. Al capogruppo in Campidoglio Paolo Ferrara «regala» un progetto di restyling del lungomare di Ostia perché quello è il suo collegio elettorale. Ma poi va oltre e, come scrive il giudice, «si spende in un’attività di promozione in favore del candidato alla Regione Roberta Lombardi». E in questo modo «rafforza i suoi legami con Paolo Ferrara e con Marcello De Vito, che gli hanno avanzato tale richiesta in quanto ricoprono rilevanti incarichi nell’ambito dell’amministrazione capitolina. (...) l 5 marzo scorso Parnasi è a cena con l’imprenditore Pietro Salini e il faccendiere Luigi Bisignani, al quale ha chiesto di far correggere un pezzo uscito sul sito Dagospia sulla vita privata di Lanzalone. E racconta: «Ormai con Lanzalone siamo amici, è di Genova, l’ho conosciuto in una riunione in cui ero praticamente spacciato perché avevano messo assessore all’urbanistica Paolo Berdini il quale era un pazzo totale... Ad un certo punto Raggi intuisce il fatto che poi alla fine se non avessi fatto lo stadio sarebbero stati problemi seri per lei... L’ho presentato anche a Enrico Laghi quando era sotto schiaffo per la nomina a commissario» (...)
Uno dei più assidui con Parnasi e il suo collaboratore Giulio Mangosi è Giampaolo Gola, l’assessore allo Sport del Municipio X «che si faceva promettere da Parnasi a titolo di prezzo della propria mediazione illecita nei confronti di Ferrara un incarico lavorativo». Al telefono lo dice con chiarezza: «Luca mi ha detto che mi fa direttore commerciale dello stadio» (...) Nel 2015 Parnasi ha finanziato l’associazione «Più voci» molto vicina alla Lega. Quando un giornalista de l’Espresso ne chiede conto lui intima ai collaboratori: «Dobbiamo fare una cosa retroattiva dobbiamo dire che abbiamo fatto passaggi sulla radio», riferendosi a una finta pubblicità su Radio Padania. Poi ne parla con Bisignani. (...)
(corsera)