La penna degli Altri 04/06/2018 15:01

Povera Nazionale anche le squadre B sono già un pasticcio

AS Roma v Juventus - Serie A

LA REPUBBLICA (F. S. INTORCIA) -  Il farmaco miracoloso prescritto dalla Federcalcio per risollevare i destini della Nazionale per ora verrà assunto in dosi omeopatiche. Con ritardo epocale sugli altri campionati europei, l’Italia introdurrà dalla prossima stagione e in Serie C le seconde squadre, ma solo la è già certa di averne diritto. In attesa di ulteriori possibili slot, , Roma e Milan restano alla finestra. Per tutte le altre, se ne riparlerà fra un anno. Almeno.

C’era la fretta di partire e dare un segnale alla difficile ricostruzione del calcio. Non c’erano invece i tempi tecnici per ripensare l’intero sistema dei campionati: per ora, le squadre B possono occupare solo le caselle eventualmente lasciate vuote dai club di C che spariranno in estate, per rinuncia o per debiti. La Figc ha fissato un criterio di alternanza nell’attribuzione dei posti, in modo da tutelare anche le società di provincia costrette a subire la riforma last minute: prima una seconda squadra di A, poi una retrocessa dalla C, infine una vincente dei play off di D. Il posto per la B c’è già, lo ha liberato il Vicenza, per effetto della imminente fusione con il Bassano. Ci sarà insomma unafiliale bianconera nel girone settentrionale di Serie C, giocherà le gare interne ad Alessandria o a Pinerolo, farà crescere i suoi ragazzi in un torneo più competitivo dell’inconsistente Primavera.
Fin qui, avevano manifestato interesse al progetto anche , , Samp, Udinese e Atalanta. Ma quando il piano stilato in Figc è stato presentato in Lega, è stato accolto fra mugugni e perplessità, perché il beneficio ci sarà solo per due o tre club al massimo che partiranno con un anno di vantaggio. Poco per parlare di riforma epocale in grado di rianimare il calcio azzurro sull’esempio di Spagna e Germania, che hanno vinto il Mondiale rispettivamente con 20 e 17 giocatori passati per le formazioni riserve.
Non a caso, il progetto iniziale sul tavolo della Lega Pro sarebbe partito solo dal 2019/20 con un numero certo e più ampio di posti per le squadre B.
E dire che il tema è sull’agenda federale dal 2014: era nel programma elettorale di Demetrio Albertini, la vittoria andò a Carlo Tavecchio che insieme a Claudio Lotito sosteneva invece il modello delle seconde proprietà. Tenace fu anche la resistenza dei club di terza serie che temevano di perdere posti e visibilità fra i professionisti. Da allora, di seconde squadre si è parlato a singhiozzo, senza un’idea condivisa da tutte le componenti.
Oltre i lodevoli buoni propositi, la montagna ha partorito un topolino. La Figc ha creato una graduatoria ponderata per attribuire i posti: tiene conto dell’ultima classifica di A (30%), della media spettatori nei cinque anni precedenti (30%), del numero di convocazioni nelle giovanili azzurre nelle ultime tre stagioni (40%).
L’iscrizione andrà effettuata entro il 18 luglio, con il pagamento di 1,2 milioni che andranno nelle casse della Lega Pro. La stima dei costi di una stagione oscilla fra 3 e 4 milioni, e serve uno stadio in regola per la categoria. Sul piano tecnico, le squadre B avranno una rosa di 23 giocatori (19 under 22, 4 over), di cui 16 cresciuti nei vivai italiani. Possibile il travaso di calciatori con la casa madre, fino a 5 presenze. Faranno classifica, potranno salire in B (ma non giocare nello stesso campionato della squadra principale) e anche retrocedere: nel caso, dovranno rimettersi in coda per ripartire dal via.