La penna degli Altri 26/06/2018 13:13
Il buon Pastore
IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Stavolta Monchi non c'era. Non serviva la presenza del ds (come accaduto invece la sera precedente con Santon) per accogliere ieri Pastore all'aeroporto di Ciampino. Sorridente, con l'immancabile codino che ultimamente lo accompagna nel look, l'argentino è rimasto piacevolmente sorpreso dell'accoglienza che un centinaio di tifosi gli ha tributato: «Che entusiasmo, sono felice», le sue prime parole. «Tutte le strade portano a Roma», ha poi aggiunto in una lettera di commiato al Psg. A Trigoria puntano forte su di lui e l'ex Palermo ha deciso di scommettere sul ritorno in Italia, rifiutando una proposta più vantaggiosa dal punto di vista economico pervenutagli dal West Ham. Cerca il rilancio, dopo un paio di stagioni in chiaro scuro, con qualche infortunio di troppo a margine che non ha scalfito però la sua classe cristallina.
TUTTI A CENA Oggi è atteso dalle visite mediche a Villa Stuart, poi firmerà il quinquennale da 4 milioni più bonus a stagione. Vestirà la maglia numero 27. Ieri sera cena di benvenuto con tutta la dirigenza romanista, Totti compreso, a due passi da Piazza di Spagna. Nel giorno in cui Nainggolan completa le visite mediche per l'Inter, Pastore sbarca nella Capitale. Quasi un passaggio di consegne. Perché la Roma è pronta a cambiare, puntando più sulla qualità che sul dinamismo, più sull'estro che sulla corsa. E l'argentino incarna proprio questo cambio di filosofia che porterà anche a qualche accorgimento tattico. Di Francesco è convinto, e lo ribadirà alla prima occasione pubblica, che Pastore può giocare tranquillamente come mezzala nel 4-3-3. Lo farà in modo diverso, con altri calciatori che dovranno sacrificarsi per lui. Qualità, però, è la parola d'ordine che vige a Trigoria per la prossima stagione. Un concetto, rimarcato anche da Eusebio il giorno del suo rinnovo nell'intervista concessa ai canali tematici del club: «L'auspicio per la prossima stagione è una crescita tecnica». Qualità che passerà dalle giocate dell'argentino ma non solo. Ci sono i nuovi arrivati Cristante e Kluivert ma non va dimenticato chi in questa squadra già c'è. Se in attacco il riferimento è a Dzeko, in mediana il nome in rampa di lancio è Pellegrini. Nei giorni scorsi l'incontro tra Monchi e l'agente Pocetta ha ribadito la centralità che il nazionale azzurro riveste nel progetto-Roma. A tal punto che non va escluso che a mercato concluso le parti possano rivedersi per parlare del contratto e togliere (o aumentare) la clausola rescissoria di 30 milioni che, maturata in questa stagione, varrà altrimenti per l'intera durata dell'intesa.
LA MOSSA Intanto Monchi e l'agente Lucci, lontani da sguardi indiscreti, domenica hanno ricominciato a parlare del rinnovo di Florenzi. Il pessimismo che trapelava nelle settimane scorse, dovuto anche all'immobilismo e ai continui rinvii tra le parti, sta facendo spazio ad un tiepido ottimismo. Ci vorrà ancora un po' ma il fatto che la Roma e il calciatore stiano cercando di venirsi incontro, lascia ben sperare. Monchi intanto lavora sulle uscite: Sadiq è vicino ai Rangers, Ponce all'Aek Atene, Gerson piace a Bologna e Sampdoria, Defrel a Sampdoria, Atalanta e Torino. Una volta sfoltita la rosa, si riparlerà di entrate. Bloccato Hagi Jr., lo sguardo del ds vola ad uno tra Ziyech, Berardi e Forsberg. Diversi sì ma con un unico comune denominatore: la qualità, diventata ormai la stella polare del progetto tecnico di Di Francesco.