La penna degli Altri 01/05/2018 14:49
Righetti: «L’Olimpico sarà il 12esimo uomo»
IL TEMPO (F. SCHITO) - Nel maggio di trentaquattro anni fa, seppur giovanissimo, visse la finale di Coppa Campioni contro il Liverpool segnando uno dei due rigori realizzati dalla Roma. Oggi Ubaldo Righetti, voce di Tele Radio Stereo e Roma Tv, spera che la spinta dell'Olimpico possa avere una valenza diversa rispetto a quella notte maledetta:
«Conosco bene la forza di questo popolo quando si mette in moto. Può incidere in maniera positiva sulla Roma e negativa sull'avversario: il pubblico non scende in campo ma si fa sentire, di questo ne sono sicuro. La squadra deve prendere tutta l'energia della tifoseria, di questa gente che ha voglia di qualcosa di bello, di incredibile. Può succedere di tutto, ho vissuto esperienze in cui eravamo in situazione negativa e ho vi-sto cosa succede agli aversari prima di scendere in capo. Il tifosodella Romapuò renderedebole e indifeso un avversario, togliergli le energie. Può capitare ancora e me lo auguro di cuore».
Quante chance ha la Roma di andare in finale?
«Ritengo che le percentuali siano 70% Liverpool e 30% Roma. Il 30% sono i due gol che ha segnato la Roma, sui quali è possibile costruire qualcosa di importante. Il Liverpool ha confermato di soffrire alcune situazioni, quando subisce qualcosa di negativo fa fatica a uscirne fuori. Bisogna giocare su quel 30%, che può sembrare poco ma è importante».
Dopo l'andata con il Barcellona, la Roma era uscita con l'amaro in bocca per un risultato che sembrava ingiusto. Ad Anfield la squadra ha sofferto prima dei due gol arrivati nel finale. Come si riparte a livello di testa?
«Dai due gol segnati, la capacità della squadra è stata quella di lottare fino all'ulti- mo nonostante le tante difficoltà, visto che si era sul 5-0. Il Liverpool ora sa che non può mai abbassare la guardia. La Roma dovrà provocare l'ansia del Liverpool su tutti gli aspetti. Quei due gol possono risultare qualcosa di importante, perché li hanno subiti in poco tempo e la storia recente del Liverpool ci racconta che quando subiscono un gol possono andare in crisi, spesso non hanno avuto la capacità di riorganizzarsi mentalmente».
Per metterli in difficoltà possiamo aspettarci una partenza forte della Roma?
«Può essere una scelta giu- sta, molto dipenderà dai minuti in cui arriveranno i gol. Ricordiamoci che la Roma non deve subire, dovrà parti- re nella maniera giusta e tro- vare il punto debole del Liverpool, insistere in quella situazione. Non sarà semplice, molti indicano la linea difensiva inglese come il la- to più fragile ma prima bisogna attaccarla in un determi- nato modo. La Roma dovrà essere brava a proporsi, l'impatto sarà fondamentale, può essere la strategia giusta per affrontare i 90 minuti».
Di Francesco confermerà la difesa a 3 oppure riparti- rà dai 4 dietro visti a lungo in campionato e nel finale di Anfield?
«È una situazione che crea qualche dubbio. Il 3-4-2-1 visto con il Barcellona aveva dato frutti, con il Liverpool sembra essere stato più un problema mentale che tattico. Non è semplice, sono due sistemi che hanno funzionato: con il Barcellona co- nosciamo tutti il risultato, in campionato e in coppa il 4-3-3 ha portato risultati. Al di là del sistema, sarà deter- minante l'approccio a livello mentale».
Dopo i due gol in campionato può essere il momento di un ritrovato Schick?
«A Liverpool si pensava che Under potesse essere l'arma giusta ma ha avuto qualche difficoltà anche a livello fisico. In questo mo- mento Schick sta dimostrando, non solo in fase offensiva, di muoversi bene. Ha supportato la squadra in fase difensiva, ha partecipato alla manovra, ha contrastato gli avversari ed è ripartito bene: può essere una carta molto importante».
Due nomi: un giocatore da togliere al Liverpool e uno che sarà decisivo per la Roma.
«Ovviamente toglierei Salah, è una mina vagante in campo, può sfruttare qual- siasi situazione e vorrà fare bella figura all'Olimpico. Per quanto riguarda la Roma, confido in un blocco di squadra. A livello individuale, l'espressione, il carisma, la personalità, la forza d'urto in questo tipo di partite mi fanno puntare molto su Dzeko».