La penna degli Altri 27/04/2018 15:51
Salah venduto e Monchi ora si dimetta
IL TEMPO (B. TUCCI) - Adesso come la mettiamo il signor Monchi, direttore sportivo della Roma? Martedì notte ad Anfield, lo stadio del Liverpool, è andato in scena l’ultimo atto di uno scempio (sportivo) compiuto la scorsa estate dalla società che lei guida. Parlo della cessione di Salah, naturalmente, cioè di quel giocatore che venduto per una manciata di milioni ai nostri avversari inglesi ha rottamato la sua ex squadra segnando due gol e maramaldeggiando in campo. Si risponde: Momo (così lo chiamano) voleva andarsene e tornare in quella Inghilterra che lo aveva snobbato. In primo luogo per guadagnare di più. Comprensibile per un giocatore che non ha una vita (sportiva) molto lunga. Ma Monchi sa bene che ci sono mille modi per trattenere un campione. Il più semplice è quello di allargare la borsa, tanto più se si pensa che oggi Salah vale una cifra almeno tre volte superiore a quella per cui è stato svenduto. Inveceil contratto è stato chiuso in fretta nemmeno il tempo di dire amen, perché a Trigoria c’era bisogno di danaro fresco, in contanti. Un buon amministratore non si comporta così: studia ilmercato, valuta, si organizza, consulta i suoi collaboratori e poi decide. Se Monchi avesse fatto tutto questo, oggi Salah sarebbe ancora un giocatore giallorosso e la Roma sognare traguardi insperati. Già, perché non solo il gioiello egiziano andava in gol spesso e volentieri, ma faceva segnare pure i suoi compagni, in primo luogo quel Dzeko che, grazie anche a lui, ha vinto lo scorso anno il titolo di capocannoniere del campionato. Al posto di Salah, badate bene con la stessa cifra, è stato acquistato un traballante Schick che finora ha offerto ben poco alla platea giallorossa. In casi del genere il responsabile dovrebbe rassegnare le dimissioni nelle mani del presidente: ma in Italia questo sostantivo è stato cancellato dal vocabolario ed alla Roma non resta che compiere un secondo miracolo, bissando la partita con il Barcellona. Però nemmeno San Gennaro a Napoli riesce a farne due in un arco di tempo così ristretto.