La penna degli Altri 06/04/2018 13:44
Iran, attenti alla Lupa
LEGGO (C. FABRETTI) - Attenti alla Lupa. Pazienza se è il simbolo millenario della città di Roma, nonché il logo della sua squadra di calcio. Per i vertici di Iran’s Voice and Vision l’immagine della fiera capitolina intenta ad allattare i gemelli fondatori Romolo e Remo è oltraggiosa. E così, durante la diretta della gara di Champions League Barcellona-Roma, hanno deciso di “sfocare” le sue mammelle. La censura, che ha parzialmente coperto anche i volti di Romolo e Remo, non è sfuggita agli spettatori di Iran Tv – la terza rete del paese – che stavano seguendo la partita e che per primi hanno commentato il fatto sui social network, tra stupore e ilarità. E la notizia è finita persino alla ribalta della Bbc. «In tremila anni, Romolo e Remo sono stati privati del latte materno, ma l’emittente statale iraniana li ha privati persino del latte della lupa», ha ironizzato su Telegram il giornalista sportivo iraniano che vive in Danimarca Mehdi Rostampour. Su Twitter, però, c’è anche chi ha sottolineato che il pubblico davanti alla tv si sarebbe potuto sentire «provocato dal seno della lupa!». Fatto sta che Roma è stata umiliata e offesa, prima ancora che fosse il Barcellona ad accanirsi contro la sua squadra di calcio. Del resto, censure surreali, sull’asse Roma-Teheran, non sono mancate anche in passato. Come quando lo Stato italiano decise di coprire i nudi alle statue dei Musei capitolini due anni fa in occasione del presidente iraniano Hassan Rohani. E c’è anche chi, come il regista Mani Haghighi, al tema delle censure più grottesche nel suo Iran ha dedicato un film intero (“Pig”). Una furia censoria che, si sa, può non conoscere limiti, se abbinata a dogmi religiosi o anche solo a interessi politici: ne ha fatto le spese perfino un buontempone come Winnie the Pooh, l’orsacchiotto di pezza frutto della fantasia dello scrittore britannico A.A. Milne, rimosso dai social cinesi a causa della sospetta somiglianza con il presidente Xi Jinping. Difende la Lupa di Roma il comico Antonio Giuliani: «Il latte è simbolo della vita». E poi piazza la battuta: «Forse avranno pensato di censurarla perché è troppo vecchia e il latte non può essere fresco ma a lunga conservazione!».