La penna degli Altri 16/03/2018 12:37

Roma, Alisson non si tocca. Almeno per ora

AS Roma v Shakhtar Donetsk - UEFA Champions League Round of 16: Second Leg

«Pensa in grande e sarai grande». La sua filosofia è tutta qui, in questa frase che segue come un mantra. A dirgliela – fin dai primi passi da calciatore – è stato José Agostinho, suo papà. E non la dimentica mai. «Ho sempre sognato di diventare il titolare del Brasile ad un Mondiale e l’ho fatto sempre con in mente quella frase lì – ha detto il numero uno della Roma alla rivista UndiciFin dalla prima gara mi sono messo in testa di diventare uno dei portieri più grandi di sempre della Nazionale brasiliana». [...] Di certo in questo momento è uno dei migliori numeri uno al mondo. E se, come sembra, sarà davvero lui a difendere al Mondiale la porta di un Brasile che aspira a prendersi la sua rivincita sulla Germania, allora il suo valore potrebbe davvero arrivare alle stelle.

Già, perché è alla sua seconda stagione alla Roma, ma è titolare solo da agosto. In tutto 8 mesi, in cui il prezzo del suo cartellino è schizzato in alto. [...] Tanto che, la scorsa settimana, il ha presentato un’offerta alla Roma (40 milioni) ricevendo in cambio un secco «no, grazie». E questo perché la Roma su vuole costruire almeno un’altra stagione (se non due). E, anche dovesse mettersi al tavolino con qualcuno, si partirebbe da cifre diverse. Se non il doppio, quasi. [...] «Se giocasse a occhi chiusi, forse sarebbe al mio livello – scherza il d.s. della Roma Monchi – È forte e trasmette serenità ed equilibrio alla squadra, tutti hanno fiducia in lui».

Del resto, sa di avere addosso gli occhi dei più grandi club d’Europa (Psg su tutti, ma anche Liverpool e ) ma sa anche di avere ancora 25 anni, che per un sono niente. [....] Insomma, se a fine anno a Trigoria gli offriranno un buon adeguamento contrattuale (oggi guadagna 1,5 milioni di euro) non dovrebbero esserci problemi ad andare ancora avanti insieme. Almeno per un po’.

punta a tenere chiusa la porta a Crotone: « è un uomo intelligente, come me ha molta voglia di vincere. Sono contento di avere un capo così. Lo scorso anno mi aspettavo di giocare di più, è stata una stagione d’attesa. Da però ho imparato a guardare la giocata prima di ricevere il pallone, quindi a usare meglio i piedi. Il deve leggere in anticipo, pensare che il compagno possa sbagliare». Lui, invece, sbaglia poco. E costa tanto per questo.

(Gasport)